Prima del 1995 c’erano solo i lettori, che dagli anni ’80 hanno ripetutamente fatto causa alle università per ottenere un contratto di lavoro subordinato con il riconoscimento del trattamento assistenziale.
Nell’anno 1995, il Governo, con la Legge 236, crea la figura CEL (collaboratore esperto linguistico).
Dal 1995, i CEL sono nel Contrato Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) comparto Università.
A livello nazionale lo statuto giuridico dei CEL non riconosce il ruolo professionale e l’attività di insegnamento effettivamente svolta. Vengono usate le parole “collaborazione” e “supporto” per definire la loro attività quando invece hanno un ruolo evidente nella programmazione, la didattica e la valutazione. Il CEL non è riconosciuto come docente perché non ha obblighi di ricerca. La situazione è incomprensibile dal punto di vista della figura giuridica perché i CEL non sono considerati insegnanti e non sono tecnici eppure sono catalogati tecnici amministrativi.
Il trattamento fondamentale essendo basso, viene completato da un integrativo affidato alla contrattazione decentrata. All’università di Bologna, i CEL sono nel regime ex-INPDAP, penalizzante per il calcolo di pensione e TFR/TFS (circa il 30 % in meno). La quota dell’integrativo non è calcolata ai fini pensionistici.
Il CEL non ha la possibilità di evolvere nella categoria dei CEL, nasce CEL e lo rimane. Può solo avere gli scatti per anzianità ma solo fino al ventesimo anno di anzianità, dopodiché non ci sono più possibilità di progressione.
Attualmente, ci sono 65 CEL a tempo indeterminato all’Università di Bologna e 4 lettori. Negli ultimi anni l’assunzione di CEL ha sensibilmente ripreso ma si cerca di reclutare soprattutto dei formatori linguistici, figura precaria, che è incaricata di lavorare su progetti specifici e anche su corsi stabilmente programmati che dovrebbero essere di competenza dei CEL.
L’Università di Bologna ha dimostrato di volere valorizzare e incrementare l’insegnamento delle lingue con la nomina di un delegato alle Politiche Linguistiche e la creazione di un tavolo di Coordinamento di queste politiche. Purtroppo il centro linguistico di Piazza San Giovanni in Monte è stato frammentato in sedi diverse e si aspetta da molto tempo la creazione di una sede unica, adeguata alle necessità.
I CEL chiedono un riconoscimento giuridico della specifica figura dell’insegnante universitario di madrelingua. Chiedono anche che il monte ore e il trattamento sia uniforme a livello nazionale e che l’intero stipendio sia pienamente valevole per la pensione e il TFR/TFS.
Anche a livello locale, di Ateneo, vi sono importanti istanze sia per quanto concerne i diritti sia rispetto ai redditi. Caso emblematico: la mancata erogazione del buono pasto per le giornate di lavoro da remoto. La didattica a distanza è infatti divenuta necessariamente obbligatoria in vari periodi nel corso dell’emergenza sanitaria. Ciò ha comportato pesantissimi carichi di lavoro che hanno riguardato anche i colleghi TA del CLA. Ma per i CEL oltre al grandissimo lavoro (extra orario e non retribuito) c’è stata questa perdita secca, una piccola grande ingiustizia per chi ha dato del proprio meglio proprio per reagire di fronte alle nuove esigenze per gli studenti e la comunità universitaria.
In rappresentanza di queste grandissime professionalità del nostro Ateneo e a presidio delle esigenze di questa peculiare categoria di lavoratori, Valentine Castellarin, si candida alle elezioni RSU 2022 per la CUB. Perché le rivendicazioni CEL sono legittime e sono state troppo a lungo trascurate.