Allo stato attuale il reclutamento risulta completamente privo di progettazione organizzativa finalizzata al buon funzionamento dell’Ateneo tutto. Il numero di punti organico risulta essere sempre esiguo rispetto a quello dato al personale docente; rimane pertanto impossibile equilibrare il lavoro del personale tecnico amministrativo in funzione di richieste sempre più pressanti e numerose da parte dell’accademia.
Questo è del tutto evidente se guardiamo alle modalità di assegnazione dei vincitori di concorso alle sedi di servizio. Tutto è dato al caso o all’impellenza di coprire i buchi continui che si creano con pensionamenti o addirittura prepensionamenti, perché sì, dall’Ateneo si fugge pagandosi anche i contributi in proprio pur di non soccombere ad una mole di lavoro sproporzionata.
L’assenza di progettualità in tema di fabbisogno comporta che sulle poche risorse assunte a ogni concorso si decida in modo estemporaneo, verosimilmente a caso, dove inserire la/il nuova/o dipendente, senza prima nemmeno indagare tra le domande di mobilità interna.
La patologia diventa fisiologica: solo il più potente riesce ad accaparrare la risorsa fondamentale alla sopravvivenza amministrativa dei suoi uffici. Mentre, torniamo a ripeterlo, negli altri contesti i carichi di lavoro continuano a essere insostenibili.
Precedenti
- Comunicato del 19.12.2019 Altro che auguri
- Comunicato del 24.07.2018 L’Ateneo di Bologna riprende a generare precari
- Comunicato del 19.04.2018 La legge Madia deve essere applicata anche dall’Ateneo di Bologna
- Comunicato del 06.04.2018 L’Alma Mater Studiorum non ha un piano di stabilizzazione