Care colleghe, cari colleghi,

in risposta a varie richieste inviamo alcuni approfondimenti sui nuovi contratti di lavoro a distanza.

1.      Le timbrature “obbligatorie” non sono nel nuovo Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro

Diversamente da quanto è stato raccontato (purtroppo anche dalla rappresentante TA in Consiglio di Amministrazione), non è vero che il CCNL sottoscritto a gennaio 2024 ha introdotto l’obbligo di timbrare in remoto allo stesso modo che in presenza (cioè con entrata, uscita, pause ecc.).
Nessun Ateneo in Italia (Unibo a parte) si è infatti “adeguato” a questa direttiva fittizia.

Come CUB SUR, ai tavoli sindacali abbiamo da subito ritenuto che l’Ateneo insistesse sul (finto) nuovo obbligo allo scopo di negare – retroattivamente – il diritto ai buoni pasto a chi ha lavorato da remoto dal 2020 al 2024 (ovviamente con il sistema della timbratura singola) e per questo i delegati CUB sono stati costretti ad abbandonare il tavolo di trattativa (vedi: link) e attivare lo stato di agitazione in ateneo (vedi tutte le motivazioni al link).

2.      Il buono pasto non è legato a un modo specifico di timbrare

Il diritto al buono pasto non era (come ricorderà chi ha lavorato in Lavoro Agile Emergenziale) e non è collegato a un modo specifico di timbrare (vedi tra tutti: link).

L’Ateneo di Bologna è andato di corsa, ma al passo del gambero, in una direzione che non è stata intrapresa da nessun datore di lavoro e che prevede di timbrare innumerevoli volte ogni giorno (TL con vincolo) o in alternativa di perdere il buono pasto quando non si effettuano le timbrature ordinarie al marcatempo (Lavoro Agile).

3.      La falsa alternativa tra le timbrature e i buoni pasto

L’alternativa imposta da Unibo a chi lavora a distanza, e cioè il dover scegliere tra l’avere il buono pasto (al prezzo di molte timbrature ogni giorno) e il poter godere della timbratura singola (col lavoro agile, ma senza buono pasto), comprime fortemente le garanzie conciliative che stanno alla base degli istituti di lavoro a distanza.

Con l’introduzione delle molteplici timbrature è di fatto venuta meno la flessibilità che caratterizza la modalità di svolgimento della prestazione da remoto, la quale, ribadiamo, è di regola svincolata da una specifica timbratura della linea oraria.

***

Un Grazie! va ai sindacati firmatari che, nonostante la mancata erogazione dei buoni pasto a chi ha lavorato da remoto dal 2020 al 2024, fanno apparire (dimenticandosi del Lavoro Agile Emergenziale) come una bella novità del CCNL quella del buono pasto… una recente conquista, quando invece oggi il buono pasto viene di regola considerato elemento retributivo ordinario. Infatti, grazie ad una recente vertenza CUB promossa dalla Federazione Lavoratori Metalmeccanici (vedi: link) la Corte di Cassazione ha condannato un datore di lavoro al pagamento dei buoni pasto in relazione alle giornate di ferie.


Proseguendo l’iniziativa avviata nel periodo pandemico per i lavoratori fragili, CUB continuerà a rivendicare il diritto al buono pasto in tutte le modalità di lavoro a ogni tavolo e in ogni sede e ad aggiornarvi su ogni sviluppo.


Come avevamo anticipato il nuovo anno si preannuncia tutto in salita perché assisteremo ai soliti giochi al ribasso dei sindacati sempre pronti con la penna in mano ai vari livelli di contrattazione. Anche quest’anno la befana non ci ha sorpreso, riciclando doni rimestati come nuovi, pur trattandosi di vecchie e abusate carabattole stantie di oltre quarant’anni.

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