Care colleghe, cari colleghi,

vi inoltriamo un comunicato della CUB Confederazione Unitaria di Base – Pubblico impiego Milano pubblicato in data 8 settembre 2024.

 


Al meeting di Rimini il Ministro del Lavoro annuncia l’intenzione di stabilire un periodo di 6 mesi per trasferire il TFR ai Fondi Pensione rinnovando il sistema truffaldino del silenzio/assenso, sperando nell’ingenuità o distrazione dei lavoratori: se entro tale periodo il lavoratore non si pronuncia formalmente, il TFR transita automaticamente nel Fondo Pensione di categoria.

Il vice-ministro del lavoro Durigon propone addirittura la destinazione obbligatoria ai Fondi Pensione del 25% del TFR, senza chiedere il parere del lavoratore.

I Fondi Pensione non decollano perché la maggioranza dei lavoratori ha capito dove sta la fregatura e hanno scelto di tenersi ben stretto il loro TFR. È noto infatti che il TFR viene rivalutato annualmente dell’1,5% fisso, nonché del 75% dell’inflazione (aumento del costo della vita) registrata nel corso di ciascun anno.

Questa rivalutazione costituisce il “rendimento” del TFR, particolarmente conveniente nei periodi di alta inflazione: nel 2022 si è registrata una rivalutazione del TFR del 10% contro perdite medie tra il 10 e 11% della previdenza integrativa, in balia delle variazioni borsistiche.

Un bottino miliardario quello dei fondi pensione, che viene gestito anche da CGIL-CISL-UIL oltre che da Banche e Assicurazioni. Il Prof. Beppe Scienza a Il Fatto Quotidiano spiega bene perché è opportuno che i lavoratori si tengano stretto il TFR e difende il sindacalismo di base che da sempre ostacola il furto del TFR a favore dei fondi pensione (clicca sul link per approfondire).