Abbiamo ricevuto, tramite una mail dell’“Ufficio Energy” un appello dei due Delegati del Rettore a risparmiare energia (ops, scusate: energy). Buona parte dei consigli riportati nello scarno pdf sono sacrosanti, applicabili e spesso già applicati. Ma giova ripetere, e quindi ben vengano.

Non sfugga però quel punto, l’ultimo in campo blu, che dice perentorio: “Non utilizziamo acqua calda nei bagni”. Niente da obiettare se avesse detto “usiamo con cautela l’acqua calda”. Ma presentato in questo modo, ultimativo, potrebbe costituire un via libera ai Responsabili delle singole strutture a staccare, ove tecnicamente possibile, gli impianti di produzione di acqua calda sanitaria. E QUESTO LO DOBBIAMO IMPEDIRE.

Forse qualcuno ha memoria corta e non ricorda cosa sia l’inverno. O forse non sa che noi, nelle giornate “lunghe”, negli uffici dobbiamo passarci più di nove ore, e nove ore, a dicembre-gennaio-febbraio, senza poter avere l’acqua calda nei bagni sono intollerabili.

Chiediamo l’immediata riformulazione dei “suggerimenti” e, soprattutto, avvertiamo che non consentiremo che essi si traducano nello spegnimento di scaldabagni e simili. Sono passati solo due anni e mezzo quando una crisi sanitaria è stata gettata, come croce, sulle vittime e non sui responsabili (della mancata vigilanza, dello smantellamento della medicina di base e d’urgenza, eccetera).
NON CONSENTIREMO AVVENGA LO STESSO CON LA CRISI ENERGETICA.