Car@ collegh@,
il Rettore, nel suo messaggio a tutta la Comunità Unibo, dopo aver concordato le regole di ingaggio con la Consulta delle università (?!) raccomanda a tutt@ coloro i quali continueranno a frequentare le strutture universitarie (di cui è stata confermata l’apertura) di attenersi rigorosamente al Protocollo e invita tutte e tutti a rispettare le regole di sicurezza ormai note…
Ottimo! Per questo CUB – per tutelare la Comunità che svolgerà servizio in presenza (ivi compresi gli operatori delle ditte esterne in appalto) – invita il Rettore a monitorare la propria filiera di preposti che, per responsabilità di incarico all’interno delle strutture dell’Ateneo, presidia, in diversi casi avvalendosi anche della collaborazione dei “gilet blu”, vigilando sulla corretta applicazione dei protocolli di sicurezza COVID a tutela della Comunità in presenza.
Oltre a ciò, CUB chiede al Rettore:
– che siano condivisi, come un mantra a tutta la Comunità, i nominativi dei referenti di struttura a cui segnalare, tempestivamente, casi di accertata positività al Covid per razionalizzare il lavoro dei referenti COVID interni e delle ASL competenti sul Territorio. Oltre ad agevolare anche altri settori UNIBO coinvolti nella gestione della Sicurezza della Comunità in presenza e nelle operazioni di sanificazione degli spazi.
– che consideri logicamente, quanto più possibile a prescindere dai desiderata di ognuno e nonostante i disagi derivanti dalle nuove limitazioni, la prassi di limitare gli spostamenti e la presenza in situ per tutelare la Salute delle persone ed contribuire ad evitare ogni possibile occasione di assembramenti (pensiamo, ad esempio, a ieri pomeriggio in via Azzo Gardino…).
– che si riconosca concretamente il contributo, a volte indifferibile, di tutta Comunità in presenza che ha garantito la continuità del Servizio Pubblico sin dall’inizio della pandemia. Pensiamo, oltre al CESIA, al personale Tecnico dei laboratori, alla Medicina del Lavoro, ad SPP, AUTC, ASB ma anche agli “invisibili” come il Personale delle portinerie il cui ruolo però si rivela spesso strategico e fondamentale.
– che siano potenziati e condivisi con tutto il personale Unibo:
1. il servizio di ascolto per il disagio lavorativo;
2. un modello di gestione organizzativa basata sulla relazioni fra membri dei gruppi delle aree amministrative, tecniche e gestionali, sull’ascolto del singolo e la condivisione degli obiettivi del gruppo. Questo a favore di tutta la Comunità che svolge servizio da remoto. Siamo ben consapevoli delle ripercussioni psicologiche negative causate dal prolungato servizio in solitaria ma sappiamo anche che l’Ateneo, se vuole, ha i mezzi per poter combattere efficacemente questi problemi che a lungo andare, se non trattati, possono causare all’individuo danni permanenti.
– l’urgenza di restituire ai lavoratori fragili l’opportunità del LAE in luogo del telelavoro oltre necessari provvedimenti atti a ridurre l’esposizione al rischio,
LA SALUTE DI CHI LAVORA E VIVE I LUOGHI DELL’ATENEO VIENE PRIMA. SEMPRE.