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Ieri pomeriggio il Rettore ha ricevuto i rappresentanti dei lavoratori per aggiornarci sull’emergenza Coronavirus e per rispondere alle diverse questioni lavorative che sono emerse durante questa prima fase dell’evento.
Ha ribadito che c’è massima attenzione da parte dell’Ateneo sull’emergenza in atto, e che salvo provvedimenti futuri, il Rettore è tenuto ad osservare le disposizioni del Governo e dell’Ordinanza regionale, che prevedono per gli enti pubblici territoriali la sospensione delle attività didattiche e la garanzia della continuità dello svolgimento delle attività di servizio degli uffici, biblioteche comprese.
Ribadisce che il senso dell’ordinanza tiene conto che in Emilia-Romagna non ci sono focolai del virus e quindi i provvedimenti presi dal Governo e dalla Regione vanno nella direzione di contenere il contagio limitando al massimo gli spostamenti dei cittadini e dei lavoratori, ma anche gli assembramenti. La priorità però va soprattutto alla limitazione degli spostamenti delle persone. Il Rettore in questo contesto non può deviare da queste direttive, né per eccesso né per difetto.
Gli è stato fatto presente che c’è una forte illogicità in questa ordinanza visto che permette la mobilità dei lavoratori pendolari e le attività e i servizi che prevedono un contatto “diffuso” tra persone (es. biblioteche e servizi di sportello). Inoltre, lo stesso provvedimento esonera totalmente gli operatori della scuola, personale TA compreso, mentre fa una eccezione per il personale TA delle Università. Sinceramente, troviamo molto discutibile che si possa fare distinzioni tra lavoratori ed esporre al rischio contagio una larga parte di questa. In questo provvedimento, non si tiene conto dei forti disagi che i lavoratori stanno affrontando per accudire i figli in età scolastica e i familiari che hanno bisogno di cure.
Gli è stato chiesto, così come sta accadendo presso altri enti pubblici, di mitigare le difficoltà dei lavoratori e delle lavoratrici attraverso il ricorso al lavoro da casa, all’uso di permessi straordinari etc..
Infine, in tema di salute e protezione sul luogo di lavoro, accade che nessun dipendente conosce i protocolli sanitari da osservare in caso contagio tra colleghi (negli uffici e laboratori), o tra utenti e lavoratori (biblioteche o segreterie), o tra utenti (vedi sale studio). Questo aspetto è di estrema gravità perché espone tutta la comunità (lavoratori, studenti, cittadini, etc..) alla propagazione inconsapevole del contagio e no ne riduce il rischio.
Il Rettore, in attesa di specifici provvedimenti governativi e ministeriali, ha affermato che per quanto riguarda il blocco dell’attività didattiche, stanno pensando per le prossime settimane di ricorrere alle lezioni a distanza avendo a disposizione piattaforme e software adeguati.
Diverso approccio per le necessità dei lavoratori e delle lavoratrici.
a) Al momento non sono previsti permessi straordinari per chiusura degli uffici o per cure parentali, perché non siamo zona rossa. Un provvedimento della Regione E-R lo prevede per i suoi dipendenti. La circolare di ieri sera del DG conferma che sono consentiti gli strumenti di giustificazione di assenza ordinari.
b) Complessità per l’applicazione del lavoro agile, o smartworking (lavoro da casa). È probabile che al momento possano accedervi solo i colleghi che già usufruiscono del telelavoro. Ma l’emergenza ha dimostrato la poca flessibilità degli attuali strumenti. Ed ora ci si trova impreparati.
c) Misure di prevenzione e protezione per i lavoratori in caso di contagio (manderanno il protocollo sanitario). Siamo già a mercoledì. Il Rettore si è impegnato ad portare a conoscenza dei lavoratori e delle lavoratrici un documento informativo.
d) Richiesta di aggiornamenti costanti sulle misure che l’Ateneo intende attuare. Per venerdì mattina è previsto un nuovo incontro con le parti sindacali.
Non sappiamo quanto durerà questa emergenza. Noi tutti speriamo che finisca presto. Ma visto il precedente cinese, ipotizziamo che duri almeno 2/3 settimane e ad oggi non vi è alcuna risposta per le situazioni e le condizioni concrete dei lavoratori e delle lavoratrici dell’Ateneo. Confidiamo che passato l’effetto sorpresa, l’Ateneo si attivi per individuare e mettere in azione almeno i provvedimenti già disponibili presso altri enti.
CUB in questa fase di emergenza manterrà alta l’attenzione su quanto si potrà fare per migliorare le condizioni di lavoro di tutti, per affermare gli strumenti disponibili e per assicurare la protezione della salute nei luoghi di lavoro.
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