Car* collegh*,
ieri si sono avviati i lavori sul contratto integrativo 2020 a partire dalla determinazione del fondo relativo al trattamento accessorio del personale TA per l’anno in corso.
L’incontro si è aperto con l’intervento del Prof. Zoli – delegato del Rettore – che ha immediatamente chiesto alle parti sindacali una rapida definizione della trattativa “per mettere il fondo al riparo dal Governo” e per consentire lo svolgimento delle procedure PEO (progressione economica orizzontale). Tale urgenza è stata sostenuta anche dal Direttore generale “per dare certezza al personale del trattamento accessorio”. L’urgenza di chiudere l’integrativo 2020 sembrerebbe inoltre determinata dalla finanziaria 2021 (???). Si certo ovviamente in questa fase con una perdita del PIL del 8/9 % si può pensare che qualcosa vadano a raschiare proprio nella PA. Però questa è solo un’ipotesi per il prossimo anno.
Noi nell’interesse del personale TA abbiamo chiesto una vera trattativa.
Poiché l’amministrazione ci propone un fondo decurtato rispetto ai limiti di legge parametrati al 2016, abbiamo chiesto la disponibilità al rifinanziamento del fondo accessorio con quote del bilancio di Ateneo.
Ma ovviamente le risposte dell’amministrazione in merito sono mascherate da supposti tecnicismi. In sostanza il fondo, ma questa non è una novità, è blindato e ridotto per due fattori: un minore differenziale Cessati/ RIA (sono andati in pensione meno del preventivato); una riduzione di quasi 100.000 euro per il personale BCD e circa 15000 categoria EP.
Erronei e variopinti tecnicismi interpretativi utilizzati anche – così come il DG aveva annunciato lo scorso anno – per escludere l’aumento del fondo nella misura prevista dall’art. 63 lett. F, cioè per quella quota percentuale calcolata sul monte salari 2015 che il contatto collettivo prevede come risorsa stabile ulteriore rispetto ai limiti legge. Su questo punto attendiamo l’esito del parere di interpretazione autentica richiesto lo scorso anno dai sindacati firmatari del CCNL.
Nel merito della determinazione dei singoli stanziamenti al fine di mobilitare risorse al fondo PEO abbiamo chiesto:
1. la rimodulazione in diminuzione delle risorse destinate alle prestazioni orarie aggiuntive (POA). Come sappiamo infatti la somma complessiva riservata da Unibo di anno in anno agli straordinari ha carattere patologico e per questo andrebbe stabilmente ridotta. In più, dato nell’attuale regime di lavoro agile non è possibile fare gli straordinari tale riduzione è quantomeno logica per non avere a fine anno dei residui
2. una simulazione del presunto risparmio di spesa, sempre dovuto al lavoro agile, delle indennità FORD dovute per oneri, rischi e disagi. Perché queste risorse stabili possono infatti fin d’ora essere destinate alle PEO. Ma su questa questione il DG si è alquanto speso su un presunto processo virtuoso, processo dove a suo dire nessun lavoratore dovrebbe perderci nulla ma essere a somma zero. Certo, lo scorso anno circa 100.000 euro ricavati proprio dalle risorse FORD sono andati alle posizioni organizzative: quindi qualcuno ci ha guadagnato.
3. rivedere l’importo dell’IPO (indennità di performance organizzativa). Infatti, l’IPO in questa prima bozza per il resto a saldi invariati è invece stata ridotta. Dovrà però essere incrementata proprio dei risparmi sulle POA.
A margine dell’incontro abbiamo chiesto una riunione delle RSU. Pare infatti che su alcune proposte vi sia la possibilità di convergere!
Inoltre, anche in ragione della presenza del delegato del Rettore abbiamo ribadito che è urgente restituire a tutti i lavoratori in lavoro agile il diritto al buono pasto. Perché il legislatore dell’emergenza esclude tale diritto solo per i lavoratori quiescenti. Chi lavora da contratto invece ne ha diritto! Lo diamo dal primo giorno di lavoro agile e non smetteremo di ripeterlo in tutte le sedi possibili
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