Ricapitoliamo in breve i motivi della nostra opposizione:
1) La crescita del “welfare aziendale” è parte del processo di smantellamento del SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE, processo che ci farà stare tutti peggio. Come ognuno di noi sa per esperienza, il solo “assicuratore” su cui si possa contare in caso di malattie gravi, croniche, complesse è il SSN. Contrastare il “welfare aziendale” (che è privato) è il passo INDISPENSABILE per pretenderne il rilancio.
2) Tipicamente le polizze di welfare aziendale concedono rimborsi più favorevoli se ci si reca nelle cliniche che fanno parte del “network” dell’assicuratore. Questo è a danno del servizio pubblico (fornisce pretesti a chi, nel mondo politico, vuole tagliarlo) e non è neppure garanzia di qualità della prestazione. Come è ovvio: lo scopo dell’assicuratore e del suo network è il profitto, NON il servizio.
3) Nel metodo, la firma sul contratto integrativo che “incorpora” il welfare aziendale è stata concessa dalle segreterie di CGIL e CISL, mai confermata dalla RSU Unibo, e successivamente “validata” da una consultazione “prendere o lasciare”. Contestiamo la legittimità sia della firma che di una consultazione che ha messo insieme mele e pere.
4) Farsi un’assicurazione sanitaria privata non è vietato. Chi lo vuole può già oggi farlo. Se Unibo ritiene, può stipulare una convenzione a favore dei dipendenti che VOGLIANO sottoscrivere un’assicurazione privata. Senza garantire invece migliaia di clienti OBBLIGATI a una società privata.
5) Per finanziare la polizza sanitaria CGIL e CISL sacrificano il FONDO SUSSIDI per 600.000 Euro, quasi azzerando i contributi mirati a cui il lavoratore ha accesso in particolari condizioni di bisogno. INVECE DI SVUOTARE IL FONDO SUSSIDI NOI NE CHIEDIAMO IL SUO RIFINANZIAMENTO e le modifiche regolamentari che consentano alla più ampia platea di colleghi di usufruirne. Compreso, lo si ricordi, PER LE SPESE MEDICHE. Gli altri soldi che escono “dal cappello” dell’Amministrazione per finanziare la polizza privata – dopo che sembrava che mai ci fossero per altri usi – potranno essere utilizzati in altro modo, con migliore ricaduta sul personale
6) Come abbiamo avuto modo di osservare in occasione del rinnovo TPER, con la (mai annunciata ai sindacati) fine della detrazione dallo stipendio, è chiaro che LA GESTIONE DEI BENEFIT è già oggi una gestione aziendale e aziendalista, che perde di vista i destinatari dei benefit stessi – noi lavoratori. Le complicazioni pretese per l’abbonamento ai mezzi saranno moltiplicate per mille nel caso di un benefit OBBLIGATORIO PER TUTTI come l’assicurazione sanitaria. Per concedere il rimborso l’assicuratore pretenderà il pagamento delle prestazioni in Bitcoin? O in vecchi francobolli della DDR? È tutto ok, tanto ci penseranno i lavoratori Unibo, ognuno per conto suo, alla spicciolata, a sbrogliarsela.
Per questi motivi noi di CUB chiederemo alla nuova RSU di esprimersi senza ambiguità CONTRO la stipulazione del contratto di assicurazione privata e PER il rifinanziamento e la riforma dei sussidi.
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