Più flessibili (disponibili), senza tutele e senza buoni pasto.
Allora chi ci guadagna?

Siamo all’esito della “sperimentazione” del lavoro agile, forma di lavoro prevista come obbligatoria fin dal 2017. In Unibo dopo più di un anno abbiamo finito di “sperimentare” in modo meticoloso, accurato, il MODELLO CORRADI con risultati che possiamo definire ATTESI perché (come sappiamo) strettamente legati all’esperienza del Lavoro Agile Emergenziale, già messo in pratica dal 98% dei lavoratori nel 2020.

Ora, al termine di questa “sperimentazione”, si punta ad arrivare ad una attuazione dell’istituto “in forma diffusa”, a prescindere dall’emergenza sanitaria, tramite apposito accordo sindacale.

Al momento occorre assolutamente sgombrare il campo ad ogni aspettativa dei lavoratori… Ad oggi si è sperimentato uno Smart Working ad uso e consumo del datore di lavoro. Il modello citato è frutto di mentalità verticistica e eccessivamente burocratica, preoccupata di un adempimento (fatto pure male e con gravissimo ritardo) e non della centralità del rapporto vita-lavoro.

Tutt’altro: IL LAVORATORE AL CENTRO… SÌ, MA DEL MIRINO!

1.     tutta la gestione del rapporto di lavoro flessibile viene determinata nell’ambito di una imbarazzante visione puramente soggettiva incentrata sul responsabile: si sceglie infatti di optare per una “definizione soggettiva attraverso la linea organizzativa”, cioè si punta sulla gerarchia pura, senza alcuna tutela e riscontro oggettivo a totale appannaggio del “capetto” o “capone” di turno

2.     impone una programmazione delle attività dello smart worker su base bisettimanale (troppo breve): il programma bisettimanale che inizialmente si indentificava con la mission dell’unità organizzativa (e in una sorta autoprogramma del lavoratore), ora pare essersi trasformato in una noiosa rendicontazione delle attività (la rendicontazione viene così spacchettata che: “si passa più tempo a rendicontare che a lavorare”)

3.     non si prevede un’adeguata flessibilità sia nel rapporto tra le giornate di lavoro in presenza e in quelle da remoto (3 in ufficio e 2 a casa ogni settimana) sia nella reperibilità oraria (troppo lunga e fissa) e individua quale luogo di svolgimento della prestazione esclusivamente il domicilio del lavoratore

Come abbiamo più volte sottolineato per noi in una organizzazione dove non sono chiari i carichi di lavoro e i livelli di inquadramento sono del tutto disattesi e dove si ha una scandalosa moltiplicazione degli incarichi organizzativi (a volte un capo per due lavoratori), è invece importante prevedere delle regole precise per evitare abusi e discriminazioni di fatto.

CUB SUR CONFERMA QUINDI LE CRITICITÀ DA SUBITO RILEVATE NEL MODELLO OGGETTO DELLA SPERIMENTAZIONE.

LE RIBADIAMO A DISTANZA DI UN ANNO:

– il lavoro agile è un diritto per i lavoratori che vorranno accedere a tale modalità di lavoro e non deve essere usato come leva organizzativa con vincoli gerarchici

– dovranno essere chiarite le modalità di determinazione degli obiettivi (altrimenti per i lavoratori che riusciranno ad accedere a questa nuova modalità di lavoro sarà come firmare una cambiale in bianco) guardando alla sostanza e non a inutili artifizi teorici perché contano le attività già ordinariamente svolte in presenza

– si dovrà necessariamente prevedere, una parte economica nell’ambito dell’Accordo, oltre alla previsione del buono pasto anche per tutte le giornate da remoto, occorre individuare una cifra a titolo di rimborso spese per le utenze

– prevedere un piano straordinario di mobilità interna nonché una vera attuazione del principio di turnazione nei ruoli di responsabilità, in modo da cercare di scardinare alcune situazioni ormai purtroppo patologiche

IL COTTIMO È DIETRO L’ANGOLO E VESTE LE SEDUCENTI SEMBIANZE DI UNA LIBERTÀ CHE AUMENTA, PROPRIO MENTRE CE LA STANNO SOTTRAENDO!!!

CUB SUR ritiene inoltre sia assolutamente necessario RIDURRE IL DANNO CERTO che sta per investire i colleghi dal 28 febbraio.

CHIEDIAMO PER TUTTI I LAVORATORI FRAGILI UNA IMMEDIATA PROROGA DEL LAVORO DA REMOTO 5 GIORNI SU 5, ALMENO FINO AL 31 MARZO. CONTINUIAMO INOLTRE A RIBADIRE CHE IL LAVORO DA REMOTO DEVE ESSERE GARANTITO A TUTTI – ANCHE SU 5 GIORNI SU 5 – SULLA BASE DELLA CIRCOLARE BRUNETTA-ORLANDO