Gentili colleghe e colleghi,
il continuo processo di riorganizzazione ha finito per stressare tutti quanti e ad un certo punto, poco prima dell’estate, persino il Rettore ha dichiarato: “ora è il momento di fermarsi”…
Ma i suoi dirigenti NON si sono fermati… quando il Rettore ha parlato – forse – erano distratti… e perciò procedono ancora a manomettere (nel senso di “mettere – mano” a) quel che è rimasto in piedi…
Tra gli ultimi: i cosiddetti “Assestamenti organizzativi”, per AFORM, AUTC, ASB, ARTEC…
Microrganizzazione, si dirà… ma continua… come un eterno cantiere.
Negli ultimi anni le parti sindacali assistono (è solo informazione) a numerose riunioni che hanno per tema: informazione sulle modifiche all’assetto organizzativo di questa e di quell’Area; oppure aggiornamento sulla riorganizzazione di alcune Strutture di Ateneo.
Da un lato si può dire che una grande organizzazione “NON può rimanere immobile”. Potremmo obiettare che forse la nostra si è “mossa” un po’ troppo…
FACCIAMO DEGLI ESEMPI
Cominciamo a vedere come funziona (“funziona”???) ASB!
Provate a segnalare un guasto e farete un’esperienza mistica, specie se il guasto è “urgente”.
Mica colpa dei colleghi dell’Area, che fanno di tutto per sopperire a ciò che serve… quindi, il problema è organizzativo.
Di chi la colpa? Dell’addetto (che non ha la formazione), del responsabile di Settore (che non ha il personale) o del governo ladro?
La responsabilità è univoca, è chiara e lampante ed è di chi ha progettato e voluto a tutti i costi questa “cosa”, dichiarando persino che “l’Ateneo ci metteva la faccia”… hanno pure selezionato un dirigente esterno, “che viene dal privato”… i risultati sono sotto gli occhi di tutti, persino i Docenti se ne sono resi conto!!!
Questa “faccia” dovrebbe oggi rimettere ogni incarico dirigenziale, o no? Invece, pontifica e continua a modificare gli assetti organizzativi…
Andiamo a vedere cosa AUTC ha realizzato del piano edilizio di mandato del Rettore… colpa di AUTC?
O di chi ha imperniato una campagna elettorale su una impossibile “grandeur”?
Così ad esempio la leggenda del Settore Sostenibilità? Nonostante l’elevato numero di persone su cui, teoricamente, può contare il settore (ben 11 persone), la strategia intrapresa non convince molto… nella solidità in termini pratici e quotidiani… ma sicuramente ci sbagliamo…
Andiamo a vedere se e come funzionano alcuni settori di AFORM e di ABIS, dove vi è una delle maggiori quote di sotto-inquadramento dei colleghi… cui viene chiesto ogni giorno di comportarsi da funzionari, sebbene pagati con inquadramento B o C…
E sapere qual è la risposta dell’Ateneo? “ci sono le PEV”, per ben 28 persone! E poi gli altri concorsi…
E del CESIA, ne vogliamo parlare?
Lo sapevate che il Cesia, non riuscendo mai a “vincere” una congrua assegnazione di personale, deve ricorrere sempre più al Lavoro delle COOPERATIVE?
Qui alcune scelte di riorganizzazione, alcune scelte di attribuzione di responsabilità organizzative e alcune scelte di mobilità HANNO MINATO il morale della truppa e la compattezza operativa del CESIA, sin nel profondo delle motivazioni di molti di coloro che ci lavorano.
E di APOS, ne vogliamo parlare?
Apos è ormai divenuta Area del mistero esoterico… del tipo che il suo dirigente non è neppure titolare esclusivo (come dovrebbe essere in un mondo normale) della contrattazione aziendale… per la quale servono ben DUE dirigenti, un delegato del rettore oltre al DG…
E vogliamo parlare della mobilità interna? E vogliamo parlare di telelavoro? E vogliamo parlare di valutazioni? Scegliere a piacimento… l’unica speranza è NON averci a che fare…
Ma basta! ma basta!
Ci siamo stancati di sentirci dire da questi dirigenti di essere proattivi, di partecipare ai processi, di dare una mano, di aiutarli, etc…
Come vengono valutati questi “colleghi dirigenti”? sono stati tutti bravi? sicuramente!
In cosa? in ogni cosa che pensano e fanno!
Lo sapete quanto “vale” il risultato di un dirigente? All’incirca quanto uno stipendio medio annuo di un dipendente medio… se lo meritano proprio tutti, allo stesso modo? NE SIAMO ASSOLUTAMENTE CERTI!
Per le altre Aree non citate, quasi sempre lo stesso risultato… non se ne salva una… perciò, tutta la nostra solidarietà va alle Colleghe e Colleghi, che si ritrovano nella impossibilità di lavorare con un senso delle cose….
Quant’è bravo questo Ateneo, diffonde notizie sulla saletta per l’allattamento, sulla sostenibilità in bottigliette regalate agli studenti (MA NON AI DIPENDENTI, che non hanno diritto ad essere pure loro “sostenibili”), sul famoso asilo aziendale, di cui ci hanno raccontato che si parla dagli anni novanta, per cui chi era neonato al tempo ha fatto in tempo a laurearsi, sulla Polizza, perché l’azienda-mamma si preoccupa per la nostra salute…
Ma la notizia certa è che questo Ateneo ha voluto fortemente ridimensionare l’organico del personale TA, e per farlo si arrabatta in “processi di riorganizzazione” con effetti a volte esilaranti, a volte sconfortanti. Comunque in barba a qualsiasi principio di buon senso e della dimostrazione del banale costo/beneficio.
Dobbiamo continuare?
Inutile.
Utile invece farsi un’altra domanda.
Ci siamo chiesti se c’è un modo per quantificare i costi della riorganizzazione perpetua, in termini umani e professionali, ad esempio, rispetto ai “risparmi” conseguiti… ma ci toccherebbe ragionare con dati che non abbiamo proprio chiari: ad esempio quante posizioni organizzative sono cessate e di che livello e quante ne sono state generate e di che livello e soprattutto, come è stata fatta questa operazione?
Seguendo questo pensiero, appare interessante andare a verificare quanti incarichi ad hoc ad interni sono stati dati e “se sono stati remunerati, in che modo”
E, non meno interessante è verificare gli incarichi esterni che abbiano avuto ad oggetto la “cosa” organizzativa… in una delle molteplici forme che essa può assumere…
Si scopre così – e in ciò aiutano sicuramente le tabelle della sezione “trasparenza” -, che più 700.000€ sarebbero stati spesi dall’Ateneo per contributi professionali in materia di organizzazione (a vario titolo…).
Certamente ogni situazione andrebbe approfondita, ma il dato appare preoccupante e ci si chiede: in Ateneo mancavano queste alte competenze o mancava del tutto il personale?
Con 700.000 € quante altre PEO si potevano fare e NON HANNO VOLUTO FARE?
L’unica cosa certa che capiamo è che: il personale è un costo e va compresso… o eliminato esternalizzando tutti i servizi. La ricetta è semplice: trascinare l’organizzazione nella disgregazione, creare disservizi e stress tra i lavoratori facendo ricadere la responsabilità su di essi… e intanto – magari – costruire mansionari ad hoc per le cooperative ed aziende multiservizi, consentendo così l’inserimento di nuovi giovani precari per sfruttarli per bene e meglio a tre/quattro euro all’ora.
Per chiudere questa GROTTESCA MESSA IN SCENA DI CUI NOI PAGHIAMO IL CONTO, poi arriva puntuale ogni anno “l’indagine sul clima”…
E poi ci vien detto: “siete fortunati ad avere un lavoro pubblico”… vero, ma a noi pare che ci venga dato molto meno di quello che ci spetta!!!
Come vanno dunque le cose? Tutto bene, madama la Contessa?
QUALCUNO FACCIA QUALCOSA DI SENSATO PER FERMARE QUESTO MASSACRO ORGANIZZATIVO.
ORGANIZZIAMOCI, CONFRONTIAMOCI PER PROPORRE SEMPLICI IDEE DI AUTODIFESA
OCCORRE UNA GRANDE ASSEMBLEA SULLO STATO DELL’ORGANIZZAZIONE
“sapesse contessa all’industria di auto/ han fatto uno sciopero quei quattro ignoranti/ volevano avere i salari aumentati/dicevano, pensi, di essere sfruttati” |