Care colleghe, cari colleghi,

qualcuno ricorderà certamente Dante De Angelis, RLS (Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza) di CUB, macchinista delle Ferrovie di Stato, licenziato per ben due volte (prima nel 2006, poi 2010, ed entrambe le volte reintegrato) per aver denunciato le condizioni di lavoro e le gravi problematiche del sistema manutentivo, in particolare sui treni ad alta velocità.

In Ateneo, anche nell’ultimo triennio, gli RLS designati da CUB si sono sempre distinti all’interno di tutta la compagine RLS presente in Unibo per l’attività svolta.

Ci avete visto alle prove di emergenza, alle riunioni con gli addetti all’emergenza, per contribuire al termine di ogni prova al miglioramento dei piani evacuazione, grazie alla nostra esperienza. Monitoriamo inoltre per quanto sia possibile i report delle prove (sono centinaia e centinaia) alle quali non abbiamo partecipato e facciamo proposte fattive per la tutela di tutte/i, studenti inclusi.

Rispetto alle macro emergenze (cosiddetto “nevone”, terremoto, alluvioni, ecc.), già nel 2012 avevamo richiesto l’attivazione di un’unità specialistica (Disaster Manager), che – solo a seguito delle alluvioni – è diventata finalmente una realtà a fine 2023, insieme a un tavolo permanente di coordinamento con la Protezione Civile. Sulle macro emergenze abbiamo chiesto un Protocollo (vedi comunicati a questo link), che speriamo presto si concretizzi, al fine di individuare procedure e definire specifiche competenze, chiarire le responsabilità e creare appositi canali per la diffusione di informazioni. In questo Protocollo dovranno, inoltre, essere sancite le attività non differibili: anche le biblioteche e le sale studio devono poter essere chiuse, perché “non sono dei pronto soccorso”.

Inviamo specifiche segnalazioni, come ad esempio quella all’Ispettorato del Lavoro per promuovere l’aumento del numero di addetti alle squadre emergenza a causa di un non più adeguato presidio degli spazi, anche dovuto alle nuove forme di lavoro da remoto. Così come facciamo specifiche richieste di coinvolgimento della Medicina del lavoro per valutare le situazioni di disagio organizzativo, utili a comprendere i problemi e le difficoltà di coloro che affrontano insostenibili carichi di lavoro e a orientare il datore di lavoro rispetto ai nuovi reclutamenti.

Nell’ambito della recente analisi stress lavoro correlato (siamo ancora in attesa della pubblicazione dei risultati!), abbiamo cercato – senza successo – di indirizzare il datore di lavoro verso misure e strategie idonee a cambiare in meglio la nostra organizzazione, senza puntare il dito, come fanno “loro”, contro chi è vittima dei vari contesti e delle dinamiche aziendali.

Innumerevoli le segnalazioni sul decoro dei luoghi e sullo stato delle pulizie in Ateneo, accompagnate da soluzioni fattibili e applicabili, in primis rivendicando una revisione del processo di verifica della qualità delle pulizie (mai attuata) e poi suggerendo elementi specifici da introdurre nel nuovo capitolato d’appalto (oggi inidoneo!), in modo da essere coinvolti nelle future progettazioni.

In merito alla tutela ambientale, premessa necessaria della nostra “salute”, quando sono stati installati gli erogatori dell’acqua (lo chiedevamo da tanti anni!) abbiamo inviato una specifica segnalazione al Nucleo Ambientale e all’AUSL sulla qualità dell’acqua dei rubinetti di alcuni edifici d’Ateneo che risultava bassa proprio a causa non dell’acquedotto pubblico, ma delle tubature dell’Ateneo.

Dopo anni di totale disinteresse da parte di tutte le Governance che si sono succedute, grazie alla tenacia delle/dei colleghe/i che lavorano nell’ambito della gestione di rifiuti e anche grazie agli RLS CUB si è iniziato a parlare di un riassetto della materia, che muove dalla progettazione di figure con competenze specialistiche nonché da un nuovo disegno organizzativo che è in fase di elaborazione.

Grazie all’interlocuzione con il Delegato alla sostenibilità abbiamo ottenuto per la ‘Cittadella Zamboni’ e per altri distretti in sofferenza nuove rastrelliere (quelle tonde e rosse) per 600 posti bici in più e altre sono in fase di acquisto.

Riguardo alle ‘fragilità’, grazie alla nostra insistenza, anche in Ateneo è stata finalmente data una prima attuazione alla Legge n. 104/1992 sul diritto a scegliere, ove possibile, la sede di lavoro più vicina al proprio domicilio. È stato, inoltre, sancito il diritto al lavoro da remoto 5 giorni su 5 per determinate patologie senza necessità di ripetere le visite.

Promotori di numerosi sopralluoghi, molti dei quali su richiesta di singoli dipendenti e altri effettuati in autonomia, partecipiamo anche a quelli organizzati dal Servizio di Prevenzione e Protezione. Oggi, grazie a CUB, l’Ateneo ha iniziato a redigere anche il Documento di Valutazione dei Rischi per edificio (DVR edificio) e non solo per struttura.

Cosa c’è ancora da fare? Tantissimo…

  1. Messa in sicurezza di tutti gli edifici per quanto concerne i rischi strutturali.
  2. Individuare degli standard minimi di vivibilità (da rispettare sempre!) per gli uffici: oltre ai pc fissi, vanno eliminati in primis i problemi di microclima caldo/freddo e devono poi essere elevate le caratteristiche delle sedute ergonomiche.
  3. Promuovere una programmazione trasparente degli interventi di manutenzione, anche con un maggior finanziamento e tramite nuovi appalti di qualità.
  4. Migliorare la gestione degli spazi dell’Ateneo nei distretti più complessi (es. Filippo Re, Bertalia, ‘Cittadella Zamboni’ ecc.) che sono spesso trascurati e poco presidiati, senza che peraltro siano attenzionati i rischi derivanti dalla circolazione di persone, autoveicoli, autocarri e ogni altro genere di veicolo.
  5. Favorire la mobilità intra ateneo in modalità eco-sostenibile, non solo con le auto elettriche (chieste da noi e ottenute) ma anche con un adeguato numero di biciclette. Occorre fare chiarezza per quanto concerne gli infortuni negli spostamenti tra una sede di lavoro e un’altra.
  6. Individuare nuove procedure utili alla valutazione dei rischi prima dell’assegnazione degli spazi ad attività didattiche e di ricerca in laboratorio e nuove regole autorizzatorie per le attività in esterna e/o in missione.
  7. Dare maggiore pubblicità alle informazioni necessarie alla gestione della sicurezza a beneficio di dipendenti e studenti e implementare forme di accessibilità da remoto con riferimento ai documenti di competenza RLS.
  8. Migliorare la formazione obbligatoria, in modo che possano essere coinvolte più persone in tempi minori (es. formazione DAE, squadre emergenza, rischi specifici ecc.).
  9. Elaborare un sistema di organizzazione e gestione di salute e sicurezza sul lavoro che preveda la corretta individuazione delle posizioni di garanzia prevenzionistica (es. preposti, responsabili di laboratorio, ecc.).
  10. Rivedere la programmazione della sorveglianza sanitaria per adempiere alle tempistiche previste dalla legge, anche tramite la creazione di un sistema di prenotazione al quale sia obbligatorio iscriversi entro una certa data. Da anni sollecitiamo la fattibilità di sorveglianza periodica presso i 4 Campus della Romagna utilizzando i servizi delle rispettive città.
  11. Migliorare le informazioni contenute nelle schede individuali dei lavoratori, inserendo le specifiche mansioni, in particolare quelle a rischio, in modo da agevolare e i giudizi di idoneità in capo alla Medicina del lavoro.

La nostra intenzione è di continuare a svolgere questa attività così impattante sulla nostra vita, consapevoli degli ostacoli che cercheranno di opporci.

Per fare questo occorre il vostro massimo supporto a CUB SUR alle elezioni del 14-15-16 aprile.

Maggiori saranno i voti alla nostra lista, più RLS potremo designare.

Chiederemo subito alla nuova RSU di adoperarsi per imporre al datore di lavoro un tavolo di trattativa in relazione alle linee di indirizzo in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro (compresi gli obiettivi di miglioramento). Prerogativa che la RSU in questo Ateneo non ha MAI voluto esercitare.

Fabia Rocchi
Giacomo Valducci
Stefano Benaglia
Valentina Salada

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