Dopo quasi un anno di attesa sono stati pubblicati i bandi per le c.d. PEV “transitorie”, cioè quelle alle quali si può accedere indipendentemente dai propri titoli di studio.
La pubblicazione è stata salutata con gioia e buoni auspici da tutte e tutti, omettendo tuttavia di menzionare alcuni particolari di rilievo che anticipavamo nei nostri comunicati precedenti a tema PEV.
Sono stati disvelati i numeri reali: 30 posti per il passaggio da ex categoria B a ex categoria C, e 120 posti per il passaggio da ex categoria C a ex categoria D.
Inizialmente, tramite l’utilizzo delle sole risorse ministeriali dedicate (609.000 €), si prospettava il finanziamento di fino a 200 passaggi. Questo in base a un parere ARAN fornito per il comparto Enti Locali in cui il numero dei passaggi veniva calcolato sulla base dei differenziali stipendiali individuali anziché sulla base dei livelli di salario di ingresso delle aree (per esempio, un/a collega B5 avrebbe consumato meno risorse rispetto a un/a collega B2 nell’eventuale passaggio alla categoria C).
Ma in Unibo, si sa, quando si attraversa un bosco il sentiero più lineare è sempre guardato con sospetto. Quindi, per dovere di prudenza, è stato chiesto un consiglio informale (ci dicono via whatsapp) a qualcuno che lavora presso i ministeri preposti.
La direzione presa è stata quindi di basare il calcolo dei possibili passaggi sul criterio (sfavorevole) dei punti organico, ovvero le risorse ministeriali dedicate sono state divise in quote pari allo stipendio di ingresso di un docente ordinario (ma che c’azzecca?), con il risultato di poter finanziare massimo 105 posizioni.
E poi la svolta: per non rinnegare del tutto le promesse ventilate, la delegazione di parte pubblica ha deciso di coprire i costi di ulteriori PEV transitorie utilizzando il tesoretto accumulato negli anni 2021, 2022, 2023 e 2024 relativo alle procedure di PEV ordinarie che il Magnifico Rettore ha omesso di attivare e che abbiamo più volte rivendicato.
Proprio così: non solo sono stati attivati meno passaggi dei 200 (già pochi) prospettati, ma per di più sono stati fortemente erosi i punti organico relativi alle PEV ordinarie che non abbiamo fatto e che, alla luce di questa scelta, non potremo più fare se non in misura ridottissima.
CUB è convinta che il personale TA dell’Ateneo si meriti sia le PEV transitorie che quelle ordinarie.
In un ateneo in cui il rapporto Personale Tecnico Amministrativo vs. Docente è inferiore a 1, davvero la governance non aveva altra scelta che contrapporre gli standard del personale docente alla realizzazione delle legittime aspettative del personale TA?
Sembra che non ci sia mai fine al peggio, ma del resto quando come nei primi mesi di quest’anno alcuni sindacati firmano accordi al buio determinando criteri di selezione prima ancora di conoscere le risorse destinate alle singole poste, quello che si sta realizzando è uno degli scenari possibili. Come i dati qui sotto dimostrano, l’ago della bilancia sarà dato dal punteggio assegnato dalla “relazione fatta a casa”, dagli incarichi ricoperti e da eventuali titoli di studio aggiuntivi.
Il personale di categoria B avente diritto alle PEV ammonta a 167 unità (di queste, 112 lavorano da più di 20 anni in questa categoria). Sono possibili 30 passaggi: il 17.96%.
Il personale di categoria C avente diritto alle PEV ammonta a 1251 unità (di queste, 426 lavorano da più di 20 anni in questa categoria). Sono possibili 120 passaggi: il 9.59%.