Rileviamo come l’attuale Governance non perda l’attitudine allo stupire chi voglia seguire le sue evoluzioni.
Il recente “rimpasto”, appreso dai mezzi di stampa e giustificato ex post (comunicazione e-mail del 15 ottobre u.s.) con le più banali argomentazioni sul rilancio di una azione che stenta ad avere i parametri minimi della razionalità, può essere collegato alla nomina di una commissione di concorso con esterni, però tutti “romani”.
Improvvisazione su tutti i fronti, comunicata (maluccio) come sorprendente e fenomenale capacità di risposta ai “mutati contesti”.
Ricorderemo per sempre il Rettore Roversi Monaco, per aver inventato il Multicampus e rilanciato una Unibo in difficoltà; ricorderemo il Rettore Calzolari per aver ammodernato l’offerta didattica nelle riforme; ricorderemo il Rettore Dionigi come quello della prima riforma dello Statuto; ricorderemo il Rettore Ubertini come quello della stabilizzazione tramite concorso dei precari…
La domanda è: per cosa ricorderemo – se ricorderemo – il rettore attuale?
Un rettore che blatera di partecipazione e dialogo mentre censura i suoi interlocutori prima col silenzio e poi riportandone direttamente lui le considerazioni (positivissime) su sé stesso? Questo un esempio.