Poniamo che stasera vogliate preparare un gateau per cinque persone. Fate un rapido calcolo, e decidete di comprare un chilo e mezzo di patate. Il verduraio ha la mano abbondante:

“Sono un chilo e sei. Che faccio, lascio?”

“Sì sì va bene!” (avete fame in quel momento).

Poi la giornata va come va, ci sono imprevisti, e quando rientrate a casa è ormai tardi, e rimandate la preparazione del piatto a giorni più distesi. In ogni caso sarebbe il momento di riporre il sacco di patate in dispensa, non è vero? Eh no. Siete dipendente Unibo, e quindi il sacco ve lo tenete in borsa, ma proprio in borsa, giorno dopo giorno. Al lavoro domani? Ci si va con le patate. A prendere i bambini a scuola? Con le patate. Al campetto a fare due tiri al pallone? Idem. Con patate.

La sottrazione dei PC fissi sta procedendo implacabile, sede dopo sede. Curioso anche il modo in cui ci si è arrivati. Era forse chiaro a qualcuno che la “generosa” concessione dei pc portatili per il telelavoro avrebbe portato a questo? Honi soit qui mal y pense. E invece sì: quella concessione così “conciliativa” preludeva a una grandissima fregatura, a una fregatura pesantepesante quasi due chili.

Se ci si ferma anche solo un momento a pensare, è chiaro come l’obbligo di portarsi dietro il portatile nell’alternanza tra presenza in sede e telelavoro apra una serie infinita di problemi, tutti a nostro carico e a danno della nostra schiena. Per esempio:

È giovedì e Gianna concorda col responsabile di fare TL il lunedì successivo, quando avrà un impegno famigliare in prossimità dell’abitazione. Ma la sera si sente male, così venerdì si fa dare un giorno di malattia, e dunque non va in sede. Lunedì è perfettamente in forma, e potrebbe telelavorare… Ma non ha il PC per farlo, che è rimasto in ufficio! Alla faccia della conciliazione…

Oppure:

Tino ama andare in ufficio camminando diversi chilometri, e non potrà mai più farlo se si trova ad alternare presenza e TL: provate voi a camminare con quasi due chili sulle spalle! Alla faccia della preoccupazione di Unibo per il nostro benessere psicofisico.

Marta decide di prendere l’automobile per via del disagio che le causa l’andare con il (costoso e pesante) carico sui mezzi pubblici o in bicicletta: alla faccia della responsabilità ambientale tanto ben comunicata dal Datore!

Per andare di fino, il dover girare con il pc sulle spalle fuori dall’orario di lavoro potrebbe anche configurarsi come una prestazione non dovuta, e esploreremo questa possibilità.

È necessario che Unibo individui i mezzi tecnici per consentirci di lavorare in sicurezza informatica sia in presenza che da remoto senza che le conseguenze ricadano sulle nostre spalle.

Prima si deve trovare questa soluzione; poi e solo poi si possono pensare iniziative di riduzione o sostituzione dei pc. Sulla disponibilità delle postazioni di lavoro urge un confronto, anche in generale, tenendo conto della complessità di esigenze che ricadono su ogni struttura: non solo quelle del personale TA, ma anche di tutte le più varie frequentazioni e utenze (tirocinanti, collaboratori, docenti etc.).

In ogni caso: la sottrazione dei PC fissi deve cessare, e stiamo sfruttando ogni occasione per ottenere questo risultato.

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Comunicato relativo allo stato di agitazione in Ateneo
Comunicato relativo alla mancata conciliazione in Prefettura

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