Care colleghe, cari colleghi,
avevamo condiviso le preoccupazioni sul nuovo Statuto e poi vi abbiamo raccontato come sono state vagliate le candidature in CdA. A distanza di qualche settimana dalle elezioni ci troviamo depurati dal flusso incessante di e-mail ricevute da poter riprendere il filo.
Abbiamo assistito a un fiume di rassicurazioni autocelebrative che ci ha investito a ogni ora del giorno e della notte. Proprio da quei rappresentanti che dovrebbero avere ben chiara la differenza tra tempo di lavoro e tempo di vita e che anzi dovrebbero tutelare il diritto alla disconnessione. È questa incoerenza che dobbiamo aspettarci sui temi che verranno?
Nonostante il mare di comunicazioni, nessuna organizzazione sindacale ha avuto la decenza di manifestare la ben minima contrarietà al meccanismo di pre-selezione delle candidature in CdA, nonostante ci siano state diverse candidature escluse (anche in “casa” di altri sindacati). Anzi, i soliti noti hanno plaudito all’obbrobrio dell’attuale assetto Statutario, che pur avendo reintrodotto la rappresentanza in CdA della nostra componente attraverso l’elezione diretta, ha previsto un meccanismo di selezione delle candidature totalmente antidemocratico.
A posteriori, dopo la sonora sconfitta dei loro candidati, gli stessi entusiasti della qualsiasi (vale anche per i diversi accordi e contratti da loro sottoscritti) incapaci di accettare l’esito del gioco accomodato si permettono di screditare scompostamente la collega che ha ottenuto il maggior consenso. La collega Vasina ha partecipato a questa gara ed è stata premiata. Punto. CUB ha ritenuto che la gara fosse viziata già dal nastro di partenza (la candidabilità di un rappresentante non può essere sottoposta a un vaglio preventivo) e ha deciso, per coerenza, di disertare la competizione e di invitare i colleghi ad astenersi dal voto.
Abbiamo assistito perfino a lezioni di etica da parte di quei sindacati che chiedono la firma per le loro petizioni ai passanti che parlano al telefono e che fanno appelli al “voto per chiunque” perché nel “votare comunque” ci sarebbe il sale della democrazia. Ma democrazia sarebbe stato solo il non accettare gli esiti della Commissione e delegittimare un’elezione fondata sull’esclusione di una parte dei candidati.
A noi di CUB questi giochetti retorici non interessano, il nostro impegno quotidiano è quello di spostare in avanti la linea della difesa e delle rivendicazioni in Ateneo e non quello di portare avanti un’eterna campagna elettorale utile solo a sostenere la propria organizzazione e non le persone nei luoghi di lavoro.
A cose fatte, e per il periodo di questa consigliatura il problema è di tutta la componente del personale TA e della collega che ne esprime la rappresentanza. A partire dalla rimozione della selezione dei candidati.
Fattivamente, come sarà interpretato il ruolo della rappresentante della componente TA in CdA?
Sarà possibile un confronto costante con le Rappresentanze dei lavoratori?
È possibile una rappresentanza che esprime con consapevolezza e determinazione le istanze di tutto il personale tecnico amministrativo dell’Ateneo?