Come ricordato nel comunicato del 13 maggio, fin da aprile abbiamo chiesto alle altre sigle sindacali la convocazione della Assemblea plenaria RSU per discutere delle proposte dell’Amministrazione sulle forme di lavoro da remoto.

Si veniva allora da un presunto “nuovo corso della RSU” (vedi comunicato del 29.02.2024), in cui sembrava che anche sigle “tradizionalmente” avverse al confronto in RSU fossero disponibili a dare nuova vita a quell’organo.

In sede di coordinamento tra componenti abbiamo quindi cercato, ma inutilmente e fino all’ultimo, una data condivisa per la convocazione. A parole erano disponibili tutti, nei fatti però… hanno tanto temporeggiato da arrivare di nuovo in “trattativa” con l’amministrazione senza aver potuto riunire l’RSU e quindi senza cercare una posizione comune – e di conseguenza più forte nei confronti dell’Amministrazione.

Da ultimo CUB (e solo CUB) ha chiesto all’Ateneo di posticipare di qualche giorno l’incontro di “trattativa” sul lavoro remoto che era fissato per oggi 30 maggio, in modo da poter fare un nuovo tentativo, in extremis, di riunire l’RSU. La risposta è stata da manuale: non concediamo il rinvio perché a chiederlo siete solo voi, e non “collegialmente” la RSU! Un bel paradosso.

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Forse qualcuno era troppo preso a decantare la “grande occasione” del voto di pseudorappresentanza in CdA da poter dedicare un po’ di tempo a un organo sicuramente più democratico, e cioè la RSU. Oppure, alla faccia del “nuovo corso della RSU”, semplicemente si preferisce andare in trattativa come sigle, più per accreditarsi eventuali meriti, che per l’interesse di tutti e tutte le colleghe/i.

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