Care colleghe, Cari colleghi,
vi inoltriamo un comunicato di CUB fed. MILANO
pubblicato nella giornata di ieri 16 novembre 2023.
L’ATTACCO DEL GOVERNO E DELLA COMMISSIONE DI GARANZIA AL DIRITTO DI SCIOPERO È INACCETTABILE MA CGIL E UIL SONO OGGI VITTIME DELLE LORO SCELTE.
È del tutto inaccettabile che il governo e la cosiddetta autorità di garanzia si ritengano autorizzati a definire come, quando e perché i lavoratori e le lavoratrici possano scioperare e che lo facciano cavillando indebitamente sull’interpretazione della nostra legislazione antisciopero che è già fin troppo severa. Ancora più inaccettabili sono le dichiarazioni con le quali la presidente dell’autorità garante (di chi e di cosa?), Prof.ssa Bellocchi, annuncia una proposta di revisione degli scioperi generali sostenendo che “ormai si fa uno sciopero generale anche per la festa della donna”. Certamente, dalla sua posizione ben protetta, ella può fingere di ignorare che l’8 marzo è una giornata internazionale di lotta contro le gravissime disparità di trattamento in termini di salario, diritti e accesso all’occupazione che le donne subiscono in Italia e nel mondo.
Va detto però che CGIL e UIL sono ampiamente corresponsabili della situazione attuale e della protervia di queste istituzioni che esse pensavano di scatenare solo contro il sindacalismo di base. Per capirlo basta leggere la relazione dell’autorità di garanzia, presentata al parlamento nel 2023, che a pag. 10 recita: “i tratti distintivi della disciplina italiana introdotta dalla legge 12 giugno 1990, n. 146, (…) modificata dalla legge n. 83 del 2000. Frutto di un lungo confronto parlamentare, ma anche del dialogo e della condivisione dei suoi principi ispiratori con le principali organizzazioni sindacali che, mostrando grande sensibilità dinanzi alle preoccupanti conseguenze per i cittadini derivanti da una serie di scioperi “selvaggi” proclamati dai sindacati di base, hanno fornito un apporto fondamentale alla sua stesura”.
Mentre i governi precedenti cercavano la pace sociale e la nostra miseria salariale garantendo, in cambio, ruolo e supremazia ai sindacati concertativi, l’attuale governo ritiene che tutti i sindacati, anche quelli che accettando le politiche di “concertazione sociale” hanno determinato il crollo verticale di salari e diritti dei lavoratori, hanno una sola possibilità di esistere: accucciati ai loro piedi aspettando pazientemente le briciole elargite da lor signori.
Da tutto questo deriva una sola lezione che noi abbiamo imparato da tempo e che continueremo a praticare: la tutela ad oltranza delle lavoratrici e lavoratori rifuggendo da ogni logica concertativa e di compromesso perché gli sfruttati non hanno governi amici.
Milano, 15 novembre 2023