Care colleghe, cari colleghi,

al rientro dalle ferie troveremo un bel regalo da parte dell’Ateneo: una nuova funzionalità in PresenzeWeb per il monitoraggio dell’orario di lavoro svolto in eccedenza. Ci tocca rovinare la sorpresa: non si potranno svolgere, di regola, più di 20 ore l’anno di maggior servizio, salvo quelle necessarie a compensare un eventuale debito orario.

Tale funzionalità non va nella direzione di far emergere gli effettivi carichi di lavoro, correggere le disfunzioni organizzative e riequilibrare equamente compiti e mansioni in vista delle nuove assunzioni in arrivo. Si tratta invece di un irrigidimento, che non andrà nemmeno a contenere gli straordinari in quanto ai Responsabili di primo e secondo livello sarà consentito estendere il monte ore autorizzato (da 20 ore al massimo di 250 previsto dalla normativa).

In base a quali criteri sarà autorizzato un maggior straordinario a Tizio e non a Caio? Ebbene, criteri non ce ne sono. Tutto resterà, ancora una volta, nella discrezionalità dei Responsabili. Starà al personale chiedere, e quindi dimostrare al proprio Responsabile perché ha bisogno di più tempo, un fattore da non sottovalutare anche in virtù dei meccanismi di valutazione a cui siamo sottoposti come personale T/A.

In altre parole, soltanto gli autorizzati potranno utilizzare le ore a recupero attraverso la fruizione dei riposi compensativi o addirittura potranno vedersi mettere tali ore in pagamento, a valere sul fondo accessorio di tutti e in danno alle PEO a cui tutti ambiamo. Un accordo a stralcio sulle PEO, quello sì sarebbe stato un regalo gradito!

Grazie a questa “modifica tecnica” saranno legittimate situazioni che da tempo riteniamo inaccettabili in quanto discriminatorie: qualcuno continuerà a essere pagato di più tramite gli straordinari, altri non potranno rivendicare le ore svolte e le perderanno, come già ora purtroppo succede quando per spirito di servizio taluni non recuperano le ore di straordinario entro marzo dell’anno successivo a quello di maturazione, oppure lavorano nei giorni di riposo o durante le ferie (soprattutto quando imposte).

Ci viene detto che la misura è temporanea, sperimentale. Ma non è che l’ennesima vessazione al personale fatta con misure “tecniche” a tappeto, quasi prove di forza ci verrebbe da dire, senza confronto e sapendo che una volta “testate” potranno al massimo essere modificate, ma di certo non cancellate del tutto. Questo c’è dietro la strategia dell’“intanto partiamo e poi vedremo”; e di questa pasta è la visione di futuro del Magnifico Rettore e della DG.

Come CUB chiediamo all’Amministrazione:

  • di aprire immediatamente un tavolo di contrattazione su linee orarie e flessibilità in entrata e in uscita nonché in materia di prestazioni orarie aggiuntive. Da notare che il poco generoso accordo d’Ateneo del 1992 prevede un massimo di 150 ore pro capite (e non 20!) e che allo stesso non si può derogare in assenza di una nuova contrattazione;
  • di rendere note le misure che l’Ateneo effettivamente si propone per ridurre gli eccessivi carichi di lavoro e per regolamentare lo straordinario secondo criteri uniformi;
  • di fermare questo sistema di misurazione, che deve essere discusso a un tavolo di contrattazione.

Intanto, a chi si trova sempre a perdere, diamo un solo consiglio:

non un minuto di lavoro in più da oggi!

Smettiamo di coprire le irresponsabilità altrui!