Il nostro comunicato sul Piano ferie ha scoperchiato una pentola che ribolle. Colleghi e colleghe ci hanno scritto manifestando un disagio fortissimo. Un disagio che la nuova, vessatoria, richiesta di superprogrammazione ha fatto esplodere. Tant’è che anche la stessa DG si è trovata a dover fornire “giustificazioni”. Peccato che a seguito dei chiarimenti vi sia ora ancora più confusione tra i colleghi e, ancora peggio, ora, si è giunti a ventilare una grave minaccia: quella delle ferie imposte dall’alto, da parte dei responsabili.

La verità è che dopo due anni di libertà compressa e scarsa mobilità, l’attacco della DG alla quota di giorni di ferie che abbiamo singolarmente diritto di gestire (e cioè alla metà del monte ferie) sembra davvero troppo. Dover dire mesi e mesi prima quando avremo bisogno di giorni di ferie vuol dire sottrarci la possibilità di farli davvero quando ci garba e ci servono, come avremmo diritto a fare.

Innanzitutto confermiamo, grazie purtroppo a vivide testimonianze, quanto facilmente previsto: anche se la DG dice che il piano ferie può essere “sempre suscettibile di modifiche nel corso dell’anno, in relazione sia a esigenze personali del/la dipendente che di servizio”, c’è sempre qualche Responsabile “più realista del re” che impone ulteriori restrizioni fondate sul nulla, come ad esempio: “dovete comunicare le modifiche al piano ferie rigorosamente con due settimane di anticipo”!!!

C’è poi un combinato davvero tossico di tre elementi: sottorganico e carichi di lavoro eccessivi, situazione ormai cronica in molte strutture, chiusure imposte in periodi decisi dall’altissimo e scollegati dalle precise situazioni lavorative in cui cadono, e, da oggi, pretesa di superprogrammazione delle ferie. Tutto questo ricade drammaticamente sulle spalle del singolo lavoratore/lavoratrice, che magari potrebbe benissimo lavorare in agosto, magari perché ha relazioni con soggetti che non chiudono, ma è costretto/a a non farlo semplicemente perché gli uffici centrali chiudono. C’è chi riferisce di colleghi/e che lavorano anche durante le ferie, perché magari ci sono scadenze che cadono durante le chiusure obbligatorie.

Anche se ci siamo ormai rassegnati, è giusto quello che qualcuno ci ricorda: col nostro stipendio chi non ha la fortuna di una casa di vacanza o di parenti non può certo andare da nessuna parte in ferie a metà agosto, quando tutto, dai mezzi ai pernottamenti, costa almeno il doppio.

Non è poi difficile prevedere che, una volta iniziata la prassi vessatoria, ce la troveremo nei piedi anno dopo anno, anche quando non ci sarà alcuna urgenza di “giorni pregressi” da smaltire.

Ricordiamo ancora una volta:

  • se la ratio dell’iniziativa della DG è l’eccesso di giorni di ferie accumulati nel corso di lockdown e simili l’intervento deve essere mirato esclusivamente su quelli, non su tutte le ferie;
  • è imprescindibile e preliminare l’intervento su Presenzeweb; ad oggi in mancanza di quello, la DG deve comunicare ufficialmente che in presenza di residui 2021 i giorni che si potranno portare nel 2023 sono 10 del 2022 + i residui del 2021 (quindi fino a un totale massimo di 20).
  • non è assolutamente vero che la programmazione delle ferie può essere effettuata in autonomia dal responsabile perché la programmazione è vincolata agli interessi del lavoratore;
  • non è vero che la fruizione delle ferie deve avvenire nel rispetto dei turni prestabiliti e questo semplicemente perché non ci sono turni stabiliti: Unibo infatti non determina periodi fissi per il godimento delle ferie;
  • non è vero che la programmazione delle ferie serve a garantire la “continua funzionalità delle strutture”. Se così fosse non sarebbero state previste 2 settimane di chiusura per tutte le strutture ad agosto! Ovvio che il tema energetico è utilizzato come specchietto per allodole. Sappiamo infatti che per tutti i mesi del primo lockdown i riscaldamenti sono sempre rimasti accesi nonostante negli edifici non ci fosse praticamente nessuno. Che il problema del dover chiudere per forza stia invece nei rapporti con le ditte esterne che ormai gestiscono le portinerie?

Su questo ultimo punto chiariamo che CUB vuole mettere in discussione anche le chiusure estive obbligatorie più lunghe di una settimana, perché sono proprio le ferie estive quelle che dovrebbero essere decise dal lavoratore (da tutti i lavoratori, anche quelli “esternalizzati”) con maggiore elasticità.

Infatti il CCNL prevede per tutti la possibilità di fruire di almeno 2 settimane continuative di ferie nel periodo 1 giugno – 30 settembre e “qualora, durante tale periodo, sia programmata la chiusura, per più di una settimana consecutiva, della struttura in cui presta servizio, il dipendente che non voglia usufruire delle ferie, può chiedere, ove possibile, di prestare servizio presso altra struttura”.

CONTINUATE FARCI PERVENIRE LE VOSTRE SEGNALAZIONI IN ATTESA CHE SI FACCIA DAVVERO CHIAREZZA E SI RISTABILISCA UN SENSO SUL TEMA FERIE!

CUB attende la convocazione della RSU su impulso del decano (CISL). Perché vogliamo sia presa da tutti i nuovi eletti una chiara posizione sul tema delle ferie.