CUB SUR sin dal primo giorno ha denunciato l’utilizzo del Green Pass come facile scappatoia per evitare qualsiasi ripensamento sull’organizzazione della vita sociale e produttiva del Paese e nascondere le responsabilità che ha caratterizzato la “gestione” dell’emergenza e come strumento di accensione di un conflitto insanabile fra gli appartenenti alla stessa comunità.

L’Ateneo, nella pedissequa applicazione delle linee politiche, ha utilizzato il Green Pass come strumento per riportare il personale pienamente in presenza senza alcun preavviso e gradualità e senza alcuna attenzione alle situazioni personali, alle fragilità e alle tutele necessarie per continuare ad assicurare la prevenzione del contagio sul luogo di lavoro. Tanto che molti si sono ammalati e molti ancora oggi si ammalano proprio sul luogo di lavoro.

A tutti i lavoratori è stato dato un senso di sicurezza privo di fondamenta, molti hanno subìto lesioni e violazioni gravissime dei propri diritti e della propria dignità, additati da tutta la comunità di cui fanno parte anche da molti anni.

Per questi motivi non abbiamo mancato di segnalare episodi e prese di posizione imbarazzanti e spiacevoli (per l’amministrazione) in occasione dei controlli del GP, anche da remoto; controlli sulla cui legittimità è lecito avere dubbi – e infatti continuiamo a chiedere la revoca dei provvedimenti di sospensione che da quei controlli sono derivati. Ad oggi, con l’introduzione dell’obbligo vaccinale generalizzato a tutto il personale universitario (e a prescindere da ruoli, funzioni e status) come sindacato NON possiamo NON continuare a ribadire che non è possibile accettare che lavoro e reddito siano legati a scelte individuali del/la dipendente sul tema della salute e della propria vita. La sanzione non può essere né ora né mai la sospensione, anche temporanea, del diritto al lavoro.

A oggi possiamo tranquillamente affermare che il Green Pass non ha avuto alcun effetto positivo sulla nostra comunità, i contagi e le inadeguatezze gestionali e organizzative dell’Ateneo sono sotto gli occhi di tutti, nonostante ormai tutti i colleghi additati come “disertori” siano stati di fatto allontanati dai luoghi di lavoro.


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