Le mobilità come strumento con efficacia chiara e veloce.

Occorre un deciso cambio di metodo: serve maggior chiarezza. Va innanzitutto chiarito che non è più ammissibile una differenza sostanziale tra la mobilità interna e quella esterna, a livello di funzionamento pratico. Perché non si può più dare per scontato che chi è fuori sia meglio di chi è dentro.

Le richieste di mobilità interna sono oggi viste dall’Ateneo come mere manifestazioni di interesse da valutarsi il giorno del mai. Ed è scorretto che sulla base della mentalità aziendalista (per giunta bacata) di alcuni responsabili di Struttura/Area si possano fare le pulci sui CV delle colleghe e dei colleghi che presentano domanda di mobilità interna. Questo è assurdo soprattutto perché in sede di reclutamento le assegnazioni agli uffici sono effettuate senza ulteriori valutazioni nel merito della preparazione tecnica dei vincitori di concorso.

Anche per la mobilità in Ateneo le tempistiche devono essere stabilite in modo corretto e trasparente, con un termine definito. È esperienza comune che spesso le diverse richieste di mobilità giacciono per anni e anni senza alcun riscontro.

Non sono più accettabili gli “spostamenti di persone ad hoc”. Ricorrere alle mobilità solo per ridefinire l’organizzazione degli ambiti e dei contesti più patologici rappresenta un utilizzo distorto dello strumento e un metodo di distrazione dalle responsabilità. Verifichiamo sulla nostra pelle che questa non può essere la strada giusta, soprattutto in funzione dei princìpi amministrativi che governano la pubblica amministrazione. Per tacere del fatto che oramai molti colleghi vengono spostati senza bandire concorsi di mobilità, sulla base di una disposizione dirigenziale motivata, ad esempio, dal lavoro che il dipendente svolge su due Campus. Insomma, succede, lo sappiamo, che un soggetto che ad esempio viene incardinato per assunzione a Cesena, ma al quale erano state date mansioni (se non giorni di presenza e scrivania) anche a Forlì, improvvisamente viene definitivamente spostato nell’altra sede.

Per CUB è da anni urgente attivare un processo di mobilità straordinaria accompagnato da una effettiva rotazione nei ruoli di responsabilità. In ogni caso sarebbe almeno corretto pubblicizzare fin da subito, tramite bando, tutti i posti disponibili, in modo che i colleghi possano mobilitarsi.


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