Attenzione: SOLO APPARENTEMENTE questa storia riguarda chi non si è vaccinato, ma in realtà riguarda ogni collega, anche i più favorevoli a vaccinazione e all’obbligo. Perché l’arroganza, se non incontra ostacoli, diventa prassi generalizzata.
Il 27 gennaio la Direttrice Generale Luccarini, in una circolare, segnala l’entrata in vigore dell’obbligo vaccinale il 1° febbraio. Al punto 1.5b, si legge che:
“Lo svolgimento dell’attività lavorativa in violazione dell’obbligo vaccinale […] determina l’applicazione della sanzione amministrativa pecuniaria […] rideterminata “nel pagamento di una somma da euro 600 a euro 1.500.”
Con più comunicati, nonché con documenti inviati direttamente agli interlocutori istituzionali, abbiamo chiesto di chiarire. Sarà multato/a anche chi telelavora, o chi è in permesso, o in ferie, e ciò avverrà dal primo febbraio? Un tema così delicato va chiarito, e urgentemente, prima che le persone debbano prendere delle decisioni, in modo da poterle prendere in modo informato, e dunque necessariamente prima del 1° febbraio.
Al QUARTO giorno dall’introduzione dell’obbligo vaccinale, la Direttrice SI DEGNA di far sapere al popolino che
“..i dipendenti non in regola [con l’obbligo], fino alla comunicazione dell’esito dell’accertamento formale sull’inosservanza dell’obbligo vaccinale, potranno continuare ad accedere alle Strutture Universitarie possedendo ed esibendo, su richiesta, il green pass base.”
Questa indicazione vale però solo per i dipendenti con meno di cinquant’anni. Perché secondo l’interpretazione corrente, per gli over 50 dal 15 febbraio scatterà “l’obbligo sull’obbligo”: infatti per le giornate in presenza questa categoria di lavoratori dovrà esibire il green pass rafforzato.
SE IL MATTINO VEDE QUESTO COMPORTAMENTO, SI EVINCE CHE QUESTA DIREZIONE STA PREPARANDO UN LUNGO GIORNO DI LACRIME PER TUTTI/E NOI. DOBBIAMO ESSERE NOI, A QUESTO PUNTO, A DARE UN INEQUIVOCABILE SEGNALE DI STOP.
LO STATO DI AGITAZIONE CHE ABBIAMO PROCLAMATO È ANCORA APERTO; E I MOTIVI PER PORTARLO AVANTI DIVENTANO OGNI GIORNO UNO DI PIÙ.
Per la parte economica e contrattuale siamo sempre in attesa:
– di conoscere la RENDICONTAZIONE DEI RISPARMI DI SPESA collegati all’implementazione delle forme di lavoro da remoto. Su 4 MILIONI DI EURO di risparmi al PERSONALE T/A sono stati riconosciuti solo 200 MILA EURO, e solo a favore di una categoria di dipendenti (anche su questi 200 mila nessuna rendicontazione, sarà avanzato qualcosa?)
– di sapere se sarà data applicazione all’art 63 del CCNL anche per gli anni 2020 e 2021 che prevede il riconoscimento di circa 100 mila euro ogni anno da destinare obbligatoriamente all’istituto delle PEO (complessivamente circa 200 progressioni mancate, le graduatorie ci sono, basta scorrerle e pagare gli arretrati a tutti)
– dell’AFFERMAZIONE di tutte le forme di lavoro da remoto, nei termini previsti sia dalle NORME emergenziali che da quelle ordinarie.
Per la FASE EMERGENZIALE, restano attuali, tutte le nostre precedenti richieste (efficace e capillare monitoraggio sul distanziamento, fornitura dei diversi dispositivi di protezione, tracciamento dei contagi; istituzione di punti tamponi gratuiti…).
Deve inoltre essere al più presto individuata una mobilità per consentire a tutti i LAVORATORI FRAGILI lo svolgimento del lavoro agile, cinque giorni su cinque, quantomeno fino al termine dell’emergenza.
Vanno, inoltre, rimossi i provvedimenti di sospensione dal lavoro, con perdita dello stipendio, emanati in spregio alle norme nazionali. La nuova Governance sa come sono andati i fatti? Nessuno teme il danno erariale per le mancate prestazioni lavorative?
COME AL SOLITO IN QUEST’ATENEO SI FA FINTA DI VOLER/DOVER APPLICARE LE NORME, MA SI OPERA SEMPRE NELLO STESSO MODO. A PRESCINDERE DALLE NORME E DAGLI INTERESSI COINVOLTI!
LA RICHIESTA DI RISPOSTE CHIARE E NON AMBIGUE SARÀ AL CENTRO DELLA CAMPAGNA ELETTORALE PER LA RSU E PER IL RIPRISTINO DI CORRETTE RELAZIONI SINDACALI. NON CI ADEGUEREMO!