L’Amministrazione sta per implementare delle nuove modalità di controllo da remoto del Green Pass.
Il preavviso con cui lo ha comunicato ai rappresentati RSU è stato ridicolo e non certo segno di migliori relazioni sindacali.
In pratica funzionerà che “a partire dalle ore 11” di ogni giorno i delegati potranno accedere alla banca dati del Ministero della Salute per verificare chi, tra i dipendenti afferenti, sia dotato di Green Pass in corso di validità, e chi no.
Ci riserviamo di fare valutazioni puntuali, ma dalla prima comunicazione troviamo alcuni elementi inaccettabili, che ci fanno sospettare che la dirigenza Unibo abbia voluto ancora una volta, come da tradizione, fare “la prima della classe” interpretando nel modo peggiore le disposizioni generali.
1) Si ribalta il controllo relativo alla presenza fisica nelle strutture, ovvero il solo che abbia almeno una parvenza di senso sanitario, in un controllo sugli ipoteticamente presenti, tra cui i docenti per i quali, almeno a una prima analisi, sarebbe introdotta una sorta di “timbratura al contrario”, ovvero dover annunciare quando NON saranno presenti in dipartimento, sempre che non vogliano fare controllare al datore di lavoro, e tutti i giorni, i dati relativi alla propria salute e alle scelte vaccinali. Ovviamente già lo stesso fatto di comunicare i giorni di assenza indicherebbe che essi NON si vogliono far controllare tutti i giorni, aprendo quindi la ridda delle ipotesi. Aver concepito un tale sistema a nostro parere è fortemente lesivo sotto il profilo della riservatezza di dati sensibili.
2) Il controllo generalizzato ovviamente pone un discrimine tra chi ha il tampone e chi ha un SuperGP, perché il tampone è discontinuo e il SuperGP no; la discontinuità però non implica irregolarità del dipendente– vedi punto successivo. La lettura da remoto, e non all’ingresso, del GP si trasformerà così giorno dopo giorno, discontinuità dopo discontinuità, in un controllo mirato sui tamponati, ledendo ogni diritto alla riservatezza della propria situazione sanitaria sul luogo di lavoro, al punto che dopo pochi giorni di esercizio non sarà di fatto quasi necessario aprire l’applicativo per sapere chi controllare.
3) Discontinuità non implica irregolarità: chi al suo primo accesso al luogo di lavoro ha il GP valido è coperto per tutto il giorno, in base alle indicazioni governative, anche se il GP dovesse scadere pochi minuti dopo il primo accesso.
QUINDI DELLE DUE L’UNA: o il controllo “a partire dalle ore 11” è effettuato in base ai dati del database aggiornati al giorno precedente, e questa sarebbe di nuovo un’invasione nello spazio di riservatezza perché quel giorno precedente potrebbe benissimo essere di ferie, o festivo, o di esclusione dall’obbligo del GP per qualsiasi altro motivo, oppure il controllo “a partire dalle ore 11” sarà su dati del giorno in corso, e in questo caso però l’amministrazione dovrebbe (e come?) prevedere un controllo “retroattivo” all’orario del primo accesso, perché “a partire dalle ore 11” un GP potrebbe anche essere scaduto, ma non per questo il/la dipendente si troverebbe in fallo.
Restiamo contrarissimi al GP. Capiamo bene che da parte dell’amministrazione il suo controllo è però obbligo di legge. Lo faccia allora senza sotterfugi, incaricando persone precise e procedendo a campione, ma a campione davvero come la legge prevede, e solo sulle persone veramente e fisicamente presenti. Niente tecnotrucchetti che ledono la sfera intima delle persone e delle loro convinzioni.
CUB SUR HA GIÀ INVIATO FORMALE DIFFIDA (visualizza il pdf) ALL’AMMINISTRAZIONE: NESSUNO DEVE ESSERE VERIFICATO IN UN ORARIO DIVERSO DA QUELLO DI ACCESSO AL LUOGO DI LAVORO
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