Ecco il cambio di passo, a seguito dei nuovi focolai: UN PASSO ALL’INDIETRO!!!
Abbiamo ricevuto tutti ieri la comunicazione della Dirigente APOS relativa alla disponibilità di contratti di Telelavoro straordinari di durata breve.
Sarebbero quella specie di “contratti flash” che vanno a risolvere specifiche situazioni.
Sembra una buona notizia, a prima vista… Sembrerebbe, se non che:
abbiamo con molta insistenza richiesto da tempo l’attivazione di strumenti come questo, MA DENTRO UNA STRATEGIA di Ateneo di contenimento, in cui si mettono in campo presenza del personale a rotazione, rispetto delle distanze, rigorosità delle pulizie, sanificazioni, tamponi gratuiti, ecc…
Non è stato fatto, e dunque ora per cercare di rimediare – su segnalazione della medicina del lavoro – diventa possibile assegnare il personale che ha avuto contatti diretti al Telelavoro flash.
Il Telelavoro flash viene inoltre concesso anche a chi è in quarantena, nonostante ovviamente chi è in quarantena possa stare “tranquillamente” in malattia….
In soldoni: se hai un contatto diretto e potresti con ciò stare in malattia, l’Unibo ti offre la possibilità di continuare a lavorare!
MA GRAZIE!!! MA GRAZIE!!!
Ci vogliono soluzioni organizzative, non misure “flash”. Questa attivazione apre una breccia:
CHIEDIAMO IL LAVORO AGILE A ROTAZIONE FINO ALLA FINE DELL’EMERGENZA!
Qualcuno continua a mal-consigliare chi decide… e chi decide, probabilmente non si rende conto delle dinamiche reali in atto.
Non si può continuare a pensare che “ci si ammala SEMPRE fuori dal luogo di lavoro” per non farsi carico delle condizioni di sicurezza realmente necessarie, perché, anche se fosse vero, lavorare tutti in presenza, senza le altre misure di prevenzione e protezione, significa comunque creare le condizioni per amplificare il rischio.