CUB e USB hanno attivato lo stato di agitazione in Unibo, a partire da giugno 2021.
L’approccio negoziale tenuto dalla delegazione di parte pubblica nell’ambito della trattativa per il Contratto integrativo 2021, sia sul piano metodologico, sia dei contenuti, non ci ha lasciato altra scelta.
Purtroppo, la parte pubblica non ha mutato atteggiamento, nonostante i passaggi formali innanzi al VicePrefetto e nonostante centinaia di colleghi abbiamo sottoscritto una petizione proprio sul tema del Contratto integrativo aziendale, firmato, vogliamo sottolinearlo, dai soli rappresentati confederali CISL e UIL, senza che la RSU si sia pronunciata e ancora peggio senza che i lavoratori si siano espressi tramite referendum indetto dalla RSU.
Nel mese di settembre lo stato di agitazione è stato esteso al tema del diritto al lavoro in sicurezza per tutti.
Ora, la situazione si è ulteriormente complicata in ragione delle scelte rigide fatte dal Direttore Generale sul versante del rientro e della connessa problematica della gestione della sicurezza del lavoro in presenza.
Riportare tutt@ in presenza senza se e senza ma, ha senso?
Questo Ateneo, anche con il cambio del Rettore, continua a distinguersi per la propria arretratezza della cultura organizzativa e manageriale, e con convinzione osteggia tutte le forme di lavoro flessibile. Tutti in presenza “allegramente”, nonostante lo scenario emergenziale poco rassicurante e l’aumento dei contagi.
In altri enti pubblici ed Atenei per garantire sicurezza sul lavoro, nonostante i minacciati diktat del ministro Brunetta, il lavoro agile è diventato realtà in pochi giorni.
In Ateneo, tutto è affidato all’applicazione del protocollo COVID19 e al piano per la vaccinazione vantato dal nuovo Rettore. Intanto però, ci sono i primi casi di contagio….
In questo Ateneo qualsiasi proposta innovativa a favore del personale TA non viene accolta. Ve ne riportiamo un breve e poco esaustivo elenco: percentuali di PEO ridicole, PEV invisibili, telelavoro a spot e smart working ancora in fase di sperimentazione per pochissimi, etc…
L’unica prospettiva onorevole e che ribadiamo da tempo è lo SCIOPERO AZIENDALE!
Abbiamo in ogni modo cercato di scongiurarlo, ma l’atteggiamento autoreferente di un’Amministrazione sorda non ha offerto alternative. Anche il nuovo Rettore in pochi giorni sa già di vecchio.
CUB e USB hanno proposto al Magnifico Rettore, Prof. Giovanni Molari, di fissare un incontro urgente alla presenza delle RSU tutte. Ma a quanto pare il prof. Molari non sente questa urgenza e ha quindi vagamente indicato una data da destinarsi.
Non ci resta che dar seguito allo stato di agitazione: abbiamo indetto lo SCIOPERO AZIENDALE.
Pertanto, abbiamo calendarizzato una serie di iniziative, fino allo sciopero aziendale, che siamo disposti a revocare nel caso di riscontri concreti e fattivi, da subito.
- Lunedì 15 novembre Assemblea online degli RLS CUB e USB con i lavoratori, fuori dall’orario di servizio, dalle ore 13.00 alle ore 14.30
- Martedì 16 novembre Presidio con il personale T/A, Piazza Scaravilli, dalle ore 8.00 alle ore 14.15
- Giovedì 18 novembre SCIOPERO AZIENDALE, per l’intera giornata di lavoro
Attraverso lo sciopero vogliamo che il nuovo Rettore dia concrete risposte alle attuali istanze e aspettative dei lavoratori e delle lavoratrici che fino ad oggi sono state sistematicamente ignorate da questo Ateneo. Nello specifico, e solo per urgenza dei temi, vorremmo che venissero prese in considerazione le suddette questioni:
1. Tutela della Salute in Ateneo, con particolare riferimento al nuovo Protocollo per la sicurezza, all’applicazione dell’obbligo di Green Pass ed al mantenimento delle forme di lavoro da remoto a rotazione per l’intero periodo di emergenza.
L’Amministrazione dovrebbe farsi carico, di istituire punti tamponi gratuiti nei vari campus e nella sede bolognese.
Anche alla luce degli episodi di contagio che coinvolgono diversi lavoratori non è più possibile sostenere che la sola certificazione verde protegge dal COVID. Ciò genera l’adozione di consuetudini pericolose per sé e per gli atri.
Vi è poi la necessità di applicare il lavoro agile per tutto il personale T/A ed è altrettanto indispensabile restituire il Diritto al LAE ai lavoratori fragili.
Le norme infatti garantiscono il lavoro agile, ora su turnazione e con specifici accordi, per tutti i lavoratori. Mentre i lavoratori fragili hanno diritto al LAE (e non al telelavoro) fino al termine dell’emergenza.
Vanno inoltre reintegrati i lavoratori messi a casa dal lavoro sulla base di controlli Green pass illegittimi applicati dall’Ateneo in maniera superficiale e lesiva della dignità e della professionalità del dipendente pubblico.
2. Bilancio e Contratto Integrativo 2021. Chiediamo la rendicontazione dei risparmi collegati all’implementazione delle forme di lavoro da remoto maturati nell’anno 2020, anche nell’ambito di costi operativi non strettamente correlati alla voce “costi del personale dirigente e T/A”. In particolare i risparmi legati all’erogazione dei Buoni pasto ai Telelavoristi.
Nell’inerzia delle altre sigle sindacali, da mesi chiediamo la riapertura della trattativa per il Contratto integrativo 2021 e la revisione dell’impianto dell’Accordo PEO. Chiediamo almeno quanto previsto dal CCNL Università. Cioè, circa 100 passaggi PEO non assegnati per l’anno 2020 e di altri 100 passaggi che potrebbero andare persi per il 2021.
3. Relazioni sindacali. Da sempre le trattative seguono uno schema finto e uno stanco teatrino delle parti a danno dei lavoratori e delle lavoratrici: ci si incontra, si fa finta di discutere di cose, i sindacati di base fanno proposte strutturate e vantaggiose per il personale, che puntualmente vengono ignorate. Poi d’incanto, compare la delegazione pubblica con una proposta alla quale aderiscono convintamente CGIL – CISL – UIL.
Occorre ripristinare la democrazia sindacale a garanzia di relazioni sane, trasparenti e fatte di un confronto reale nel merito delle proposte. I contratti integrativi aziendali devono essere approvati dal personale TA attraverso un referendum indetto e gestito dalla sola RSU in modo che siano i lavoratori dell’Ateneo a scegliere se il Contratto aziendale sia da approvare o meno.
Se l’Amministrazione dovesse accogliere quanto richiesto e porre in essere azioni concrete siamo, come sempre, disponibili a sospendere le iniziative in atto.
DIVERSAMENTE, IL NUOVO RETTORE, SI ASSUMERÀ LA RESPONSABILITÀ DEL PRIMO SCIOPERO AZIENDALE IN UNIBO DOPO TANTO TEMPO.
A CONFERMA, SE MAI SERVISSE, CHE PER I LAVORATORI NON ESISTONO “GOVERNI” AMICI
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