Dopo aver tastato il terreno con i lavoratori e le lavoratrici della Sanità, della Scuola e delle Università, il Governo ha deciso di generalizzare l’obbligo di green pass per accedere a tutti i luoghi di lavoro. Così Draghi risponde positivamente alle molte pressioni del fronte padronale che, non contento di agitare lo spettro della sospensione dalla mensa o dal servizio e dalla retribuzione per i lavoratori non vaccinati, ha preteso e ottenuto, un provvedimento di legge che non andasse troppo per il sottile creando un’artificiosa divisione tra “buoni” e “cattivi”. Mentre al pubblico impiego non poteva mancare la smania di protagonismo del ministro Brunetta che per nascondere l’emergenza salariale dei dipendenti pubblici (stipendi fermi al 2009) preferisce parlare a vanvera di smart working e rientro in presenza.
Noi non dimentichiamo che quello stesso fronte padronale, ha difeso ad ogni costo i propri profitti e, all’esordio della pandemia, ha preteso che le fabbriche e gli uffici restassero aperti e che le persone lavorassero comunque, anche senza presidi individuali o senza adottare stringenti misure di tutela collettiva. Sono gli stessi che, così facendo, hanno contribuito alla diffusione del contagio e alla morte di decine di migliaia di persone. D’altra parte per capire quanto poco i nostri “imprenditori” siano interessati alla salute e alla sicurezza collettiva e a quella dei loro dipendenti basta registrare il silenzio di Confindustria e delle altre associazioni datoriali sul continuo stillicidio di morti sul lavoro.
La CUB ritiene sbagliato il green pass all’italiana, un provvedimento che nessun altro Paese ha assunto, perché introduce elementi di controllo sociale, divide i lavoratori e veicola la pericolosa illusione che se ognuno si vaccinasse si potrebbe ignorare il CoVid e riprendere la vita pre- pandemia. Così il Governo, punta il dito contro i comportamenti dei singoli per evitare qualsiasi ripensamento sull’organizzazione della vita sociale e produttiva del Paese e nascondere le proprie responsabilità: il mancato rilancio della sanità pubblica, in particolare quella di territorio che dovrebbe intensificare le cure domiciliari ed essere il primo saldo presidio contro le epidemie; l’abbandono del trasporto pubblico, usato ogni giorno da milioni di lavoratrici e lavoratori che resta nelle stesse disperate condizioni del febbraio 2020; l’ormai eterna incapacità di intervenire nelle crisi in corso (ora Whirpool o GKN, da sempre Alitalia, ex Ilva); lo sblocco totale dei licenziamenti e degli sfratti cui seguirà la revisione dei contratti nazionali ed aziendali con l’obiettivo di imporre maggiore flessibilità ai lavoratori e maggiore produttività del lavoro, cioè maggiore sfruttamento.
Per questo a loro serve che l’attenzione degli italiani converga sul green pass e non si soffermi sui molti motivi di profondo scontento delle classi popolari a proposito di, redditi insufficienti, precarietà dilagante, aumenti delle tariffe e delle bollette fuori controllo, ripresa dell’inflazione scarse garanzie per la salute e la vecchiaia, negazione del diritto alla casa. Perciò non ci piacciono i provvedimenti che impongono la certificazione verde nei luoghi di lavoro e l’ipocrisia che li circonda.
Pretendiamo specifiche misure di sicurezza contro il contagio sui luoghi di lavoro (screening periodico, mascherine FFP2, sanificazione, lavoro a distanza), la gratuità dei tamponi, il rilancio della sanità pubblica, in particolar modo quella legata al territorio, il rilancio del trasporto pubblico locale e regionale.
Pretendiamo aumenti salariali pubblici e privati di livello europeo, il recupero totale della perdita di reddito per il mancato adeguamento al tasso di inflazione degli ultimi 10 anni, la reintroduzione degli scatti di anzianità nel settore pubblico, la fine delle esternalizzazioni di personale e del sistema di affidamento in appalto dei servizi pubblici e la stabilizzazione dei lavoratori precari.
LUNEDI’ 11 OTTOBRE 2021
la CUB e tutto il sindacalismo di base chiamano allo sciopero generale lavoratrici e lavoratori dei settori pubblico e privato
A BOLOGNA
MANIFESTAZIONE IN PIAZZA DELL’UNITA’
ORE 10:30
Contro il governo della restaurazione imponiamo la nostra agenda sociale: LAVORO, REDDITO, WELFARE, DEMOCRAZIA SINDACALE, DIRITTI, DIGNITA’ |