Il giorno 20 settembre 2021 grazie agli RLS CUB e USB si è svolta un’Assemblea, fuori orario di lavoro, alla quale hanno partecipato molti collegh@ che ringraziamo.
L’asse del confronto era: come coniugare rientro in presenza e lavoro in sicurezza, salvaguardando il diritto al lavoro in sicurezza per tutti.
Sottolineando l’irrispettosa sordità e immobilità pilatesca di questa Amministrazione l’Assemblea ha prodotto la richiesta di integrare lo stato di agitazione, già in essere dal mese di giugno, con il tema centrale della tutela della Salute sul lavoro in presenza.
È stata dunque inviata alla Governance ed alla Prefettura di Bologna una nota per il rinnovo dello stato di agitazione, già attivo con riferimento al contratto integrativo 2021 ed alla gestione irriguardosa delle relazioni sindacali in Ateneo inserendo anche punti relativi all’organizzazione ed alla tutela della Salute. Questo in continuità con la petizione già promossa che ha raccolto tanti consensi e vi invitiamo a supportare clicca qui per aderire
Di seguito la comunicazione che abbiamo predisposto grazie alle considerazioni fatte insieme in Assemblea ed alle riflessioni scaturite da voi successivamente.
CLICCA PER SCARICARE IL PDF
Ci preme sottolineare che – dall’analisi dei contributi emersi nel corso del dibattito in Assemblea ed anche alla luce degli ultimi provvedimenti governativi – è del tutto evidente come il c.d. Green Pass sia un atto di ordine pubblico e quindi strumento organizzativo, mascherato da provvedimento per la tutela della sicurezza nei luoghi di lavoro, messo a disposizione dal Governo senza nessuna regolamentazione a monte relativa alla sua corretta applicazione. L’ennesimo esempio di “scarica barile”?
IN PRATICA, IL GREEN PASS FUNZIONA DA ALIBI PER IL DATORE DI LAVORO E AL TEMPO STESSO CREA LA FIGURA DEL CAPRO ESPIATORIO! UN DELITTO PERFETTO!!!
Se si fosse veramente trattato di un atto riconducibile alla prevenzione dei rischi nei luoghi di lavoro, l’associazione nazionale di rappresentanza dei medici del lavoro non si sarebbe dissociata dalla questione Green Pass.
Il quadro, legato ad un’interpretazione organizzativa e contrattuale si complica se si considera che le assenze dei lavoratori in quarantena Covid19 non vengono più retribuite.
E tutto questo vale per i lavoratori pubblici che non hanno mai smesso di portare il proprio contributo anche durante il lockdown.
Il “ministro” chiede la ripresa del lavoro in presenza per smaltire l’arretrato.
Per noi di arretrato c’è solo il modo di pensare del “nuovo ministro” e lo sciagurato sistema di gestione e organizzazione del lavoro di questo Ateneo.
La PA deve ripartire con il lavoro in presenza? Sì, ma le attività in presenza devono comunque essere svolte con il rispetto delle regole anticovid.
Ben consapevoli del fatto che i Dpcm vengono usati dai governi come “arma” di propaganda e di limitazione del Diritto al Lavoro e delle libertà personali, sappiamo che le attività lavorative dovranno essere svolte in presenza nella misura che le Amministrazioni valuteranno compatibile con il pieno rispetto delle misure anti Covid19.
Ma la nostra Amministrazione, anziché assumersi tutte le responsabilità organizzative e gestionali, anche nel caso Green Pass, con meravigliosa semplicità scarica verso il basso ogni tipo di adempimento.
L’elenco delle azioni di auto organizzazione compiute quotidianamente dal singolo dipendente, a causa della carenza organizzativa e gestionale dell’Amministrazione è lunghissimo.
Per questo motivo è per noi indispensabile rivedere il Protocollo di Sicurezza UNIBO
Un anno e mezzo di emergenza sanitaria, passando per sanzioni amministrative ASL a causa di ambienti di lavoro che definire sporchi è una gentilezza, senza che l’Ateneo abbia neanche messo a punto un sistema di monitoraggio quotidiano on-site della qualità dei servizi di pulizia (incluse le condizioni di lavoro dei lavoratori in appalto), nonostante le proposte avanzate dagli RLS e la fitta rete di collaboratori di struttura individuati alla mansione dalla direzione (e che probabilmente verranno pure legittimamente indennizzati).
Ai vertici di Ateneo rinnoviamo quindi la richiesta per un incontro urgente per avere riscontri concreti e fattivi riguardo le gravi mancanze, che di giorno in giorno sempre si acuiscono, sia in termini di sicurezza sul lavoro e dal punto di vista gestionale e organizzativo.
Perché il Rettore e il Direttore generale devono pur assumersi la responsabilità di quanto accade in Ateneo. Anche se ormai siamo in chiusura e sono problemi nostri e loro forse hanno già altro da fare…
Perché è obbligo dell’Amministrazione garantire standard di prevenzione e sicurezza il più possibile elevati. Altrimenti, i lavoratori hanno diritto ad abbandonare le sedi lavoro (con diritto alla retribuzione).
Perché ci sono anche altri soggetti che devono rispondere ai lavoratori. Quelli che hanno la responsabilità di aver taciuto e acconsentito magari per qualche piccolo o grande privilegio o anche solo per quieto vivere.
Ci riferiamo ai sindacati concertativi (CGIL, CISL e UIL) che continuano a – far finta di – manifestare il loro dissenso, ma al contempo mantengono la RSU in stato di cortocircuito. Sindacati dal continuo DOPPIO ruolo che mantengono una gestione della RSU tanto strategica quanto ridicola e lesiva della democrazia sindacale.
Così facendo, CGIL CISL e UIL imbrigliano tutti i lavoratori dell’Ateneo al volere di una Governance che non si assume nemmeno la responsabilità di spiegarci cosa succederà in Ateneo a partire dal 15 ottobre 2021.
Cosa fare per esprimere il proprio dissenso e provare a contrastare tutto questo?
Per dare un forte segnale all’Amministrazione e ai Sindacati concertativi vi chiediamo di aderire allo SCIOPERO GENERALE DELL’11 OTTOBRE 2021 indetto da CUB, USB e da tutto il Sindacalismo di Base e partecipare con tutti i lavoratori pubblici e privati alla MANIFESTAZIONE REGIONALE prevista a Bologna ore 10.30 Piazza dell’Unità
|