Siamo felici di potervi confermare che grazie alla ricostruzione normativa (scarica il pdf allegato) che abbiamo inoltrato all’Amministrazione (grazie a CUB e NON ai Confederali) è stata ristabilito il diritto a scegliere il proprio domicilio per lo svolgimento delle prestazioni LAE.
L’Ateneo ha già modificato le FAQ sul LAE nella Intranet prevedendo tale possibilità.
Il cambio di domicilio può essere effettuato, previa comunicazione al proprio responsabile, compatibilmente con le esigenze di lavoro in presenza.
BENE! Ora però lo scenario si apre ad una nuova fase: si parla di progressivo rientro in presenza sulla base delle nuove norme di legge.
COSA HA PENSATO DI FARE UNIBO?
CE LO SPIEGA IL Direttore Generale:
– si darà ai responsabili ampia discrezionalità di valutare modalità e tempi per la ripresa del lavoro in presenza (fermo restando il diritto al LAE per i lavoratori fragili);
– le turnazioni riguarderanno fin da subito le attività che possono indifferentemente essere svolte da remoto o in presenza;
– ad oggi, il servizio in presenza è previsto indicativamente per un giorno a settimana.
DOMANDE: il Decreto assegna sulle Amministrazioni la responsabilità di decidere la quota di LAE più adeguata. E l’Amministrazione che fa? Scarica sulle Aree/Strutture la responsabilità di decidere tempi e modi del rientro, purché nel rispetto del protocollo… come si chiama questa indicazione? Scarica-barile, forse?
Che decisione è quella che a decidere sono sempre gli altri, quando si tratta di sicurezza? È chiaro o no ai responsabili di struttura (ad esempio i Direttori di Dipartimento e via dicendo) che – accettando questa indicazione – stanno assumendo su di loro una precisa responsabilità sulla sicurezza della salute delle persone?
O davvero pensiamo che il rispetto del protocollo ci mette al sicuro da qualsiasi possibilità di contagio?
Qui si tratta di chiarire molto (ma molto) bene la catena di responsabilità!
Ora, a parte l’ineffabile e costantemente ripetuto scarica-barile che è ormai un classico quando c’è una qualche forma di vera responsabilità, visto che la legge dice che l’Amministrazione può decidere discrezionalmente, si può immaginare e pretendere qualcosa di più serio?
Ad esempio, ragionare in termini di percentuali di rientro collegate ad indicatori ufficiali di livello regionale dell’andamento della pandemia; o turnazioni che tengano conto anche della distanza da percorrere per raggiungere il luogo di lavoro…
Qualsiasi cosa insomma ci sembra meglio dell’“ARRANGIATEVI”, che fatalmente porterà a microconflitti nelle strutture e negli uffici, perché potrebbe apparire arbitraria ogni e qualsiasi scelta…
In un momento in cui la risposta dell’ente si manifesta con i caratteri della assoluta incertezza e della discrezionalità che confina con l’arbitrio, invitiamo tutti, a cominciare dai Direttori di Dipartimento, a prendere sul serio quel che sta accadendo: a non prestarsi ad operazioni che sotto il “fate liberamente come vi pare” celano il “è vostra assoluta responsabilità”.
Invitiamo tutti a “rallentare” il più possibile il rientro in presenza, sin quando non venga definito esplicitamente un quadro almeno territoriale di riferimento.
Chiediamo che Unibo si coordini con altri enti, ed in primis con la Regione e con le Autorità sanitarie competenti, per definire un quadro razionale di operatività.
INVITIAMO TUTTI I COLLEGHI A SEGNALARE AI RISPETTIVI RESPONSABILI, AI RAPPRESENTANTI DEI LAVORATORI PER LA SICUREZZA, AGLI ADDETTI CENTRALI E LOCALI ALLA SICUREZZA ED ANCHE ALL’AUSL (SE NECESSARIO) TUTTE LE SITUAZIONI DI POSSIBILE RISCHIO!
E SEGNALATE A NOI OGNI TENTATIVO DI COARTARE UN RIENTRO IN PRESENZA SE RITENETE NON VI SIANO LE CONDIZIONI PER FARLO!
CUB-SUR, DALLA PARTE DELLE LAVORATRICI E DEI LAVORATORI, SEMPRE!
SCARICA IL PDF – RICOSTRUZIONE NORMATIVA LAE
|