Car* Collegh*,
In questi ultimi giorni, e prima della comunicazione del DG di ieri, abbiamo assistito ai primi tentativi di programmazione di lavoro emergenziale. E qualcuno sta ragionando su come far funzionare i servizi utilizzando lo strumento delle “ferie a singhiozzo”.
E’ condivisibile l’utilizzo dei permessi arretrati perché altrimenti si perderebbero.
Ma chiedere ai lavoratori di utilizzare le ferie perché le attività in questo periodo si sono ridotte o perché i responsabili di area/struttura non sono in grado di farci lavorare da casa è una “forzatura”. Usiamo un eufemismo.
SOLUZIONI? SECONDO NOI E SALVO ESIGENZE INDIVIDUALI, RINVIARE LA PROGRAMMAZIONE DELLE PROPRIE FERIE AL POST EMERGENZA. OPPURE DI INDICARE QUELLE CHE PREVEDIBILMENTE SI RICHIEDERÀ.
SE VI “COSTRINGONO”, CHIEDETE LA VOSTRA PROGRAMMAZIONE DI FERIE. SARÀ IL RESPONSABILE A RESPINGERE IL PIANO FERIE MOTIVANDOLO.
Quasi ogni giorno riceviamo istruzioni dal DG. L’ultima verte sulla programmazione delle ferie. Vi pare possibile che in una fase emergenziale quale quella che stiamo attraversando, nella totale incertezza del futuro prossimo e a medio termine, si possa soltanto immaginare, ora, proprio ora, una programmazione delle ferie?
Da oggi le ferie non potranno più essere richieste in base alle esigenze del/la dipendente?
Per sovvertire questo “diritto indisponibile”, secondo noi, occorre una legge o un provvedimento straordinario del Governo. L’attuale legislazione emergenziale (Decreti Legge, circolari della Funzione Pubblica, etc.) non consente alle Amministrazioni di chiedere ai lavoratori ferie forzate.
Al contrario, le Amministrazioni devono mettere nelle condizioni tutti i lavoratori di poter continuare a lavorare, ma da casa, individuando le attività da svolgere, ivi comprese quelle formative. Il lavoro agile in questa fase è la modalità ordinaria della prestazione lavorativa e allo scopo sono state dettate misure incentivanti.
Citiamo l’art 87. Comma 3) del D.L. del 17/03/2020 [..] Qualora non sia possibile ricorrere al lavoro agile [..] le amministrazioni utilizzano strumenti delle ferie pregresse, del congedo, etc.. esperite tali possibilità le amministrazioni possono motivatamente esentare il personale dal servizio. [..]
Quindi secondo noi, prima di tutto l’amministrazione deve mettere in grado i lavoratori di lavorare da casa e, se proprio non riesce, deve motivare perché lascia i lavoratori a casa pagandoli, senza ricevere alcuna prestazione. Visto che l’emergenza purtroppo durerà… che succederà quando il dipendente avrà esaurito le ferie pregresse? Se un collega utilizza le ferie pregresse perché non ha il lavoro agile, starà a casa anche dopo? O sarà richiamato, perché nel frattempo l’Amministrazione per quel lavoratore sarà riuscita nell’intento di rendergli il lavoro telelavorabile?
Noi riteniamo che la gravità della situazione richieda l’attenzione massima sulla protezione della salute dei lavoratori e di tutti gli altri. Ci sembra fuori luogo concentrarsi su questioni quasi inconsistenti come programmazione delle ferie, recuperi o addirittura permessi per motivi di studio. Sic!
Comunque, dato che alcuni ritengono che noi non sappiamo leggere vi riportiamo alcune precisazioni in merito tratte proprio dal sito dell’Ateneo. Ricordiamo che l’istituto delle ferie soggiace, fino a prova contraria, alle regole del contratto nazionale, art. 28 CCNL 2006/2009. Nelle pagine indicate sotto trovate i contenuti:
https://www.unibo.it/it/ateneo/organizzazione/relazioni-sindacali/personale-tecnico-amministrativo/contratti-e-accordi/contratti-collettivi-nazionali-per-personale-t-a
https://intranet.unibo.it/RisorseUmane/Pagine/TAFerie.aspx
Come potrete notare sono ben chiari i termini che riguardano l’istituto delle ferie, in particolar modo delle ferie accumulate negli anni precedenti. L’Ateneo scrive, come da contratto, che queste devono essere fruite entro 18 mesi. Il contratto nazionale non prevede la fruizione posticipata di massimo 10-12 giorni di ferie arretrate, ma sorvoliamo su questo.
Vi invitiamo a fare tesoro di queste informazioni perché col tempo tendiamo a dimenticare quello che ci spetta. Le ferie vanno fruite nel corso dell’anno solare di riferimento, secondo le richieste del dipendente, tenuto conto delle esigenze di servizio, anche quelle arretrate.
Quanto alla supposta esigenza/urgenza di un piano ferie marzotino, è utile sapere che di solito si inizia a parlare di una bozza di programmazione delle ferie per gestire le assenze prevedibili delle festività pasquali e dei ponti del mese di aprile. La stessa programmazione si implementa anche delle ferie estive individuali, delle chiusure agostane e quelle natalizie.
Vi lasciamo con due quesiti:
– quando mai ci è stato richiesto di presentare un piano ferie annuale a marzo?
– E la responsabilità del crollo del sistema sanitario pubblico, dovuto ad anni di tagli economici scellerati, deve ricadere tutta su di noi?
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LINK SU SMART WORKING E CORONAVIRUS
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