Non c’è altro modo di descrivere l’operetta andata in scena giovedì pomeriggio, al tavolo tecnico per le PEO.
Da un lato, l’Amministrazione, con la sua articolata proposta di regolamento.
Dall’altro, una rappresentanza sindacale confederale che fa finta di chiedere le PEO, in realtà sapendo che – se pure si fanno – NON saranno MAI per TUTTI.
Tranne CUB a ribadire: PEO per TUTTI in tre anni (le risorse ci sono).
I confederali vi hanno chiesto delega e rappresentanza sventolando le PEO, poi hanno firmato un accordo 2018 che NON contiene l’OBBLIGO per l’Amministrazione di farle realmente.
NOI non l’abbiamo firmato perché in quell’accordo NON c’era nulla di ESIGIBILE, se non vuote formulazioni!
Unica certezza: fondi di tutti per pagare gli straordinari a copertura del vuoto di organico.
E così è nei fatti.
POI, per sviare l’attenzione da PEO che potrebbero anche NON FARSI, neppure per pochi, gli stessi alfieri dei diritti dei dipendenti rilanciano sulle PEV… salvo svegliarsi e far finta di sorprendersi che il Rettore ha già detto che SOLDI PER LE PEV NON CE NE SONO! (ma per i docenti l’upgrade di carriera non si è mai interrotto…)
Siamo al paradosso, questi rappresentanti adesso tengono in ostaggio le PEO per un pugno di PEV.
Rimettiamo le cose in ordine:
- il regolamento PEO, prevede una fase di “accesso”: quasi tutti i dipendenti hanno i requisiti.
- Poi si passa alla fase due: parametri che mettono in fila gli aventi diritto (secondo un controverso meccanismo di anzianità) sino a capienza dei soldi disponibili. In pratica si fa il gioco della torre: butto giù chi ha mai fatto una progressione da 14 anni, oppure chi non ha mai effettuato una progressione (magari con anzianità di 6-7 anni)?
È un gioco al massacro. Alla giostra possono partecipare tutti, credendo di vincere; mentre saranno ben pochi i fortunati…
È inaccettabile discutere di un regolamento per le PEO, quando la priorità è trovare le risorse per non lasciare indietro nessuno. Per CUB tutti i dipendenti di questo Ateneo hanno maturato abbondantemente il diritto ad almeno una progressione economica.
COSA SI PUÒ FARE?
Da diverse anni ormai CGIL e CISL con i colleghi eletti nelle loro liste (eccetto alcuni RSU della passata stagione) si ostinano con l’Amministrazione a rinviare le PEO, che ormai sono diventate un indennizzo, seppur parziale, alla perdita di valore degli stipendi cumulata nell’ultimo decennio.
Hanno continuato a ripetere che hanno sottoscritto vantaggiosi contratti senza le PEO: solo briciole e nemmeno stabili.
Occorre mobilitarsi per costringere l’Amministrazione e questo Rettore a cacciare fuori i soldi se servono e che ci sono, se è vero che per i docenti i denari non mancano mai, così come per gli aumenti delle indennità stabilite l’anno scorso per il DG e per il Rettore stesso.
Occorre mettere davanti alle loro responsabilità i sindacati che hanno sempre firmato contratti integrativi senza le PEO, e che adesso si possono permettere di barattarle al ribasso ottenendo l’ennesima promessa sulle PEV (altra sacrosanta promessa elettorale mancata).
È EVIDENTE CHE NON CI DARANNO MAI SPONTANEAMENTE NULLA, SE NON SIAMO DISPOSTI A PRENDERCELO PERCHE CI SPETTA.
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